«L’Ucraina non accetterà mai accordi fatti alle nostre spalle senza il nostro coinvolgimento». Dopo la telefonata da Donald Trump e Vladimir Putin, Volodymyr Zelensky dice la sua, in modo chiaro e determinato. Alla Conferenza sulla sicurezza a Monaco oggi è stata la giornata del presidente ucraino, che ieri, 14 febbraio, ha incontrato per la prima volta il vice-presidente statunitense JP Vance per un primo confronto. La strada verso possibili negoziati per la risoluzione della guerra fra Russia e Ucraina resta ancora molto incerta.
Zelensky ha ribadito che nessun accordo sul futuro del suo Paese può essere siglato senza Kyiv e senza l’Unione europea. «L’Europa deve avere un posto al tavolo quando vengono prese decisioni su di lei, tutto il resto è zero. Se veniamo esclusi dai negoziati sul nostro futuro, allora perderemo». Il leader ucraino ha esortato l’Europa a impegnarsi per una politica estera comune e a costituire un esercito comune. Ha inoltre affermato di avere pronto un piano, che spera di poter condividere con Trump in un incontro al più presto. Ha messo in guardia sulle reali intenzioni del presidente russo rivelando che «stando ai servizi segreti, questa estate la Russia vuole inviare truppe in Bielorussia, con il pretesto di fare esercitazioni. Potrebbero da lì attaccare l’Ucraina», o anche altri Paesi Nato.
Zelensky ha ribadito la volontà dell’Ucraina di entrare nell’Alleanza atlantica spiegando che per Kiev la garanzia di sicurezza è «la membership dell’Ucraina nella Nato». La condizione per i negoziati, per Zelensky, è che Mosca si ritiri dai territori occupati dal 2022 e che vengano quindi ripristinati i confini precedenti all’invasione russa.
Intanto, in Ucraina, gli attacchi non conoscono tregua, missili e droni russi continuano a colpire diverse zone del Paese. Secondo fonti ucraine, un drone russo avrebbe colpito il sarcofago protettivo dell’ex centrale nucleare di Chernobyl, una struttura protettiva costruita per contenere le emissioni radioattive dopo il disastro nucleare del 1986. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) è subito intervenuta e ha confermato che non si sono verificate fuoriuscite radioattive.
Nel Donbas le forze russe continuano la pressione sulla città di Pokrovsk, nella regione di Donetsk, centro strategicamente molto importante perché punto di incontro di diverse vie di comunicazione. Nell’est e nel Sud del Paese, nelle zone lungo il fronte, tanti villaggi e comunità – abitati soprattutto da anziani – sono rimasti senza luce, gas, acqua, perché le strutture energetiche sono state prese di mira dagli attacchi russi e distrutte. I bisogni delle gente rimasta nelle aree del fronte sono immani: cè bisogno di tutto, cibo, medicine, prodotti igienico-sanitari. E ancora vestiti pesanti, coperte, legne per il fuoco, per resistere al gelo invernale che ancora incombe su queste regioni martoriate.
(Foto Ansa: il presidente ucraino Zelensky alla Conferenza di Monaco)