Gli Stati Uniti non hanno firmato il comunicato di condanna del G7 all’attacco russo di domenica scorsa a Sumy, dove hanno perso la vita oltre 30 persone. Kyiv intanto incassa il sostegno della Nato e risponde all’inviato speciale americano Witkoff: nessun negoziato sui territori che appartengono allo Stato ucraino
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Sono cinque i territori ucraini protagonisti in queste ore del dibattito internazionale: la Crimea annessa illegalmente dalla Russia già nel 2014, e le regioni parzialmente occupate di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. L’inviato speciale Usa Steve Witkoff, dopo aver dichiarato ieri che il presidente russo Putin sarebbe pronto alla pace, ha detto in un’intervista alla Fox che queste potrebbero essere incluse in un eventuale accordo di pace. L’ipotesi ha incassato il secco no del presidente ucraino Zelensky che ha ribadito: “Tutti i territori appartengono allo Stato unitario e per noi sono linee rosse”.
Il dibattito internazionale e la tensione con l’Europa
Intanto gli Usa non hanno firmato il documento di condanna per l’attacco russo di domenica scorsa a Sumy redatto dal G7, ma Kyiv mantiene comunque il sostegno della Nato che il segretario generale Mark Rutte ha definito “incrollabile”. Nel frattempo cresce anche la polemica sull’invito dell’Alto rappresentante europeo per gli affari esteri, l’estone Kaja Kallas, a disertare le celebrazioni del 9 maggio a Mosca per la vittoria nella Seconda Guerra Mondiale che ha proposto ai 27 di riunirsi, invece, in Ucraina in quello stesso giorno in cui si festeggia anche la festa dell’Europa. “Non spetta a noi valutare queste minacce. Queste minacce devono essere valutate dagli Stati sovrani che ne sono minacciati. A nostro avviso, ci sono Stati in Europa che non accettano tale retorica – aveva commentato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov – prestiamo attenzione alle sue dichiarazioni molto dure. Non le riteniamo corrette”. Immediata la reazione europea: “Siamo abituati alla propaganda russa infondata volta a giustificare la guerra contro l’Ucraina. La Russia teme chiaramente coloro che parlano e agiscono con fermezza a sostegno della difesa dell’Ucraina. È il presidente Putin ad essere ricercato dal Tribunale penale internazionale per crimini di guerra. I fatti sono chiari: la Russia ha iniziato questa guerra, l’Ucraina è la vittima”. Lo fa sapere una portavoce del Servizio di Azione Esterna dell’Ue. Anche Kallas ha fatto sapere di non temere le minacce di Putin ed è tornata a invitare il presidente americano Trump a fare pressioni su Mosca affinché questa guerra abbia fine.
Droni russi nella notte in Ucraina
Sul terreno, in Ucraina nella notte è scattata l’allerta aerea per la minaccia di droni in 9 regioni e Kyiv. In particolare è stata colpita la città di Odessa dove sarebbero rimaste ferite tre persone e dove i droni avrebbero causato diversi incendi. Kyiv, infine, afferma di aver colpito a Kursk l’unità missilistica russa coinvolta nel grave attacco di Sumy nella Domenica delle Palme.