Lo spirito positivo e collaborativo messo in campo dalle autorità ecclesiastiche sta ottenendo degli ottimi risultati che vanno a vantaggio di tutti. Il nunzio apostolico, monsignor Gian Luca Perici: “Proficua collaborazione tra governo ed entri religiosi”
Federico Piana- Città del Vaticano
Stretto a nord dalla Repubblica Democratica del Congo e a sud da Mozambico, Zimbabwe, Botswana e Namibia, lo Zambia non ha sbocchi sul mare. Forse non proprio una fortuna per il Paese dell’Africa centro-meridionale diventato il secondo produttore al mondo di rame: il trasporto del suo “oro rosso”, cruciale per le tecnologie energetiche di ultima generazione come quelle presenti nelle turbine eoliche e nelle batterie elettriche, rimane un problema di non semplice gestione visto che si deve tenere conto anche delle crisi geopolitiche e militari in cui possono versare le nazioni confinanti. Tutto questo rappresenta uno dei tanti freni allo sviluppo del Paese che risulta essere uno dei più poveri della Terra con un debito che sfiora i 27 miliardi di dollari, 17 contratti con creditori esteri e i restanti 10 con quelli locali.
Fase nuova
E proprio l’importanza della restituzione di questo debito — entrato in una fase nuova dopo il default dichiarato nel 2020 e il conseguente accesso alla ristrutturazione controllata avviata con il programma Common Framework voluto dal G20 e dal Club di Parigi per aiutare le nazioni a basso reddito che hanno accumulato debiti difficilmente rimborsabili — ha spinto la Chiesa locale ad impegnarsi per sostenere il governo che ha più volte riconosciuto come «il ruolo della Chiesa sia in linea con gli obbiettivi dello Zambia». Inoltre, il presidente, Hakainde Hichilema, ha riconfermato «l’impegno dell’esecutivo a lavorare in stretto contatto con le organizzazioni religiose per promuovere lo sviluppo umano e sociale». Un riconoscimento che ha il sapore di un piccolo successo.
Sensibilizzare e sostenere
I modi con i quali la Chiesa sta aiutando sono sostanzialmente due rivela, in una conversazione con i media vaticani l’arcivescovo Gian Luca Perici, nunzio apostolico in Zambia e Malawi: «Il primo è sensibilizzare la popolazione ed i fedeli in merito all’importanza della ristrutturazione del debito e all’impatto che esso ha sull’economia. Poi siamo impegnati nel fare pressione per ottenere il sostegno sociale attraverso organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, l’Unione europea e quella africana».
Spirito positivo
Lo spirito positivo e collaborativo che la Chiesa ha messo in campo sta ottenendo degli ottimi risultati che fanno affermare a monsignor Perici che il raggiungimento della ristrutturazione del debito porterà benefici sostanziali a tutti: «Ecco perché noi, sul fronte sociale, siamo impegnati a fornire un’istruzione di qualità attraverso i nostri numerosi istituti educativi, un’assistenza sanitaria adeguata con la gestione di circa il 60% delle strutture mediche rurali con le quali ci prendiamo anche cura dei bambini e degli adulti vulnerabili e fornendo controlli e azioni di bilanciamento in ambito politico ed economico».
Chiesa in crescita
In Zambia, la Chiesa è molto giovane, vivace e sta crescendo rapidamente. «Ci sono tante vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa — conclude il nunzio apostolico— e questo lo si capisce visitando i seminari ed i noviziati. La crescente popolazione cattolica, in futuro, avrà bisogno di essere assistita da nuove diocesi affinché esse possano fornire servizi pastorali più capillari ed adeguati».