di Francesco Racco
Decine di migliaia di manifestanti si sono riuniti a Washington per una protesta di massa contro le politiche Donald Trump. L’obiettivo dichiarato dagli organizzatori è ambizioso: dare il via a un movimento permanente (“Hands Off”, giù le mani) capace, nel tempo, di ostacolare Trump alle elezioni congressuali del prossimo anno (le cosiddette “mid term” elections).
La rabbia dei partecipanti, espressa in una marea di cartelli e striscioni, si è abbattuta anche su Elon Musk, imprenditore di Tesla e SpaceX e alleato di Trump, accusato di esercitare una crescente influenza nelle agenzie governative. «Resistete come se fosse la Germania nazista del 1938» e «Il fascismo è vivo e vegeto e vive alla Casa Bianca», si leggeva tra gli slogan esposti sul National Mall, all’ombra del Monumento a Washington, durante il raduno, promosso dal gruppo civico Indivisible e sostenuto da altri movimenti e parlamentari democratici.
La protesta è stata parte di una mobilitazione più ampia, con circa mille eventi simili in corso in tutti gli Stati Uniti. Al centro della critica non solo Trump, ma anche Musk, accusato di aver creato un ufficioso “dipartimento per l’efficienza governativa” – soprannominato Doge – senza il via libera del Congresso e di aver investito milioni di dollari in campagne elettorali pro-Trump, minando – secondo i promotori – le basi della democrazia.
«Credono che la democrazia sia condannata e che il cambiamento di regime sia alle porte, se solo riuscissero a impadronirsi del nostro sistema di pagamenti», ha dichiarato Jamie Raskin, deputato democratico del Maryland e figura di spicco nella commissione giustizia della Camera. «Se pensano di poter rovesciare le fondamenta della democrazia, non sanno con chi hanno a che fare».
Il raduno è arrivato dopo settimane di preoccupazione nelle file progressiste, convinte che Trump stesse portando avanti la sua agenda indisturbato, in assenza di una vera opposizione da parte dei democratici e senza mobilitazioni popolari paragonabili a quelle del suo primo mandato. Tuttavia, pochi giorni prima della protesta, i democratici avevano festeggiato la vittoria per un seggio vacante alla Corte Suprema del Wisconsin. In quella competizione Musk aveva investito, invano, ben 25 milioni di dollari a favore del candidato repubblicano sostenuto da Trump. Questo per dire come vanno le cose in America.
La protesta ha fatto seguito anche al lancio della politica di dazi all’importazione promossa da Trump, che ha innescato crolli nei mercati internazionali e accresciuto i timori di una recessione economica, come scrive il Financial Times.
La manifestazione ha lo scopo di incoraggiare altri cittadini americani delusi dalle politiche trumpiane a unirsi a future iniziative, fornendo slancio a un movimento ancora in fase iniziale. «Vogliamo mandare un messaggio a tutte le persone e istituzioni che hanno mostrato obbedienza anticipata a Trump e si sono dimostrate pronte a inginocchiarsi, che esiste in realtà un movimento pubblico di massa pronto a sollevarsi e fermare tutto questo», ha affermato Leah Greenberg, direttrice di Indivisible. «Se i nostri leader politici si faranno avanti, noi saremo al loro fianco».
Robert Weissman, co-presidente del gruppo per i diritti dei consumatori Public Citizen,dichiara: «C’è solo una cosa in grado di contrastare il momento autoritario che stiamo vivendo: il movimento che vediamo qui oggi». Intervistato dal Guardian, ha spiegato che «non può essere un evento isolato, ma un fenomeno continuo. I democratici sono stati criticati per la loro debolezza in Congresso, quindi proteste come questa li aiuteranno a trovare coraggio. Anche per i cittadini comuni è importante: il manuale autoritario di Trump mira a far credere che resistere sia inutile. Ma questa manifestazione dimostra che la resistenza ha forza».
Diversi parlamentari democratici presenti al raduno hanno auspicato che l’iniziativa possa stimolare nuove proteste e rafforzare l’onda lunga che punta a una vittoria nelle elezioni di metà mandato del 2026, quando si voterà per il controllo della Camera e del Senato. «Ecco come appare la lotta per la libertà contro il fascismo», ha dichiarato Eric Swalwell, deputato della California. «Questo non è l’ultimo giorno della battaglia, è il primo. Il 5 aprile sarà ricordato come il giorno in cui tutto ha preso vita. Energia e attivismo generano altra energia e attivismo».
Tuttavia, gli stessi parlamentari hanno riconosciuto che le proteste di piazza da sole non bastano. Paesi come la Turchia e l’Ungheria dimostrano come i governi autoritari possano sopravvivere a ondate di manifestazioni. «Abbiamo invitato alcuni storici a discutere la questione», ha raccontato ancora Raskin. «Ci hanno detto che nei Paesi dove c’è stata solo una strategia parlamentare, ha funzionato in circa un terzo dei casi. Dove c’è stata solo una resistenza popolare, il successo è stato poco superiore. Ma dove le due strategie sono state combinate, la vittoria è arrivata in oltre due terzi dei casi. Non è una garanzia, ma serve una mobilitazione popolare di massa unita a una strategia legislativa efficace».