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«Vedo ragazzi sempre più fragili e temo per l’adolescenza delle figlie»

Ho due ragazze di 10 e 16 anni e certi giorni (soprattutto quando sono sola perché mio marito è in trasferta) annaspo. Osservo compagni e amici delle mie figlie e mi sembra che troppi genitori abbiano reso accessibile ogni esperienza, permettendo che tutto venisse sdoganato.

Ci sono preadolescenti che bestemmiano, che vestono abiti che non coprono nulla. Vedo ragazze che si atteggiano a ventenni maldestre e bambine di quarta elementare che possiedono uno smartphone, mentre i maschi giocano a videogame dove la morte sembra la normalità.

Poi mi accorgo che, alle soglie dei 18 anni, i futuri adulti si trovano sempre più fragili e poveri di autostima, alla ricerca di qualcuno che li approvi per ogni cosa e, quando non lo trovano, vivono enormi crisi emotive.

Mi chiedo cosa posso fare io per permettere alle mie figlie di non finire intrappolate in un modello e stile di vita che trovo davvero pericoloso.

ISA

 

Risposta di Alberto Pellai

Cara Isa, come scrivi tu, il contesto in cui i nostri figli crescono oggi è davvero complesso. Questo è un tempo di emergenza educativa perché i ragazzi vengono a confronto con modelli e valori che non hanno nulla di realmente educativo e formativo, lasciandoli spesso privi di risorse interiori e confusi, provocando poi quella crisi e quella fragilità che sta spingendo molti giovanissimi ad avere ansia e paura rispetto al proprio futuro.

Come dici tu, troppi dei nostri figli sono fragili perché cercano di ottenere valore e autostima aderendo ai suggerimenti degli influencer, veri guru di una generazione che – per usare una metafora mutuata dalla storia di Pinocchio – abbandona la proposta educativa di Geppetto, sedotta e affascinata dal richiamo del Gatto e della Volpe. Ci sono troppi adulti che vedono l’età evolutiva come un periodo da sfruttare a fini economici.

Se la società non investe sugli adolescenti, proteggendoli da manipolazioni e proponendo un modello identitario utile al mondo del mercato, ma non ai bisogni di crescita dei minori, quello che ne consegue è una grande fragilità. Di questo dobbiamo essere consapevoli noi genitori, creando alleanze tra famiglie e tra le agenzie educative della nostra comunità.

Oggi serve una comunità educante che agisca là dove sono i nostri figli, proponendo esperienze e relazioni che li preparino alla vita reale, permettendo loro di realizzare un progetto di vita orientato a una felicità profondamente umana. Lo spiego bene nel mio libro Allenare alla vita. Come ritornare ad essere genitori autorevoli

(Mondadori).





Dal sito Famiglia Cristiana

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