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Un vescovo milanese per Crotone: Don Alberto Torriani alla guida dell’arcidiocesi

La chiesa dell’Immacolata era strapiena e non conteneva tutta la folla di fedeli accorsa per l’annuncio del nuovo arcivescovo di Crotone e Santa Severina, che per la prima volta proviene da Milano. C’era grande attesa nella comunità perché la sede era vacante dal 24 agosto scorso, quando monsignor Angelo Panzetta è divenuto coadiutore dell’arcivescovo di Lecce, Michele Seccia. Gli subentrerà don Alberto Torriani, che a Crotone arriva con una fama da manager ed educatore, oltre che di pastore, essendo il rettore del Collegio San Carlo di Milano. Il cambio alla guida dell’Arcidiocesi ha suscitato reazioni contrastanti. Innanzitutto sensazioni di «meraviglia e di stupore, non in senso negativo, perché un vescovo di Milano non l’abbiamo mai avuto», dice a Famiglia Cristiana monsignor Ezio Limina, presidente del Capitolo cattedrale, amministratore della parrocchia del Rosario,  fondatore della Mensa dei poveri “Padre Pio” e memoria storica della Chiesa crotonese. «Monsignor Panzetta è stato amato e apprezzato per gli orizzonti che ci ha saputo indicare. Ma ha accolto una richiesta esplicita fatta a lui dal Santo Padre perché il vescovo di Lecce necessitava di una presenza che lo affiancasse nel governo della diocesi. Richiesta suffragata dai vescovi pugliesi che hanno indicato lui».

Il trasferimento di monsignor Panzetta è stato però accompagnato da polemiche per il presunto – più che mai presunto – demansionamento. Nel suo commiato disse ai fedeli che avrebbe portato con sé «soltanto il bene». «Alcune cose non le voglio portare», aggiunse. Dopo quattro anni e mezzo, aveva voglia di ripercorrere momenti belli e brutti. «Non mi voglio portare – disse Panzetta – le calunnie che ho ricevuto, perchè conosco la miseria umana, ministeriale, vocazionale da cui vengo». E parlò di «nanismo politico» di chi provò a farsi “campagna elettorale” sulle sue spalle. «Mi dispiace di persone che hanno prodotto pubblicamente dei giudizi terribili sulla mia persona senza che io abbia mai parlato con loro». Di lettere anonime e “corvi” gli ambienti ecclesiastici sono stati sempre pieni. Monsignor Limina, col suo equilibrio, parla di «derive incontenibili che oggi si amplificano sui social».

C’è chi dice che Torriani è “fuori dai giochi” ed è convinto che sia una scelta chiara di papa Francesco, in una terra che esprime quattro vescovi (Fortunato Morrone, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria e Bova, Antonio Caiazzo, arcivescovo di Matera e Irsina, Antonio Staglianò, vescovo emerito di Noto, Serafino Parisi, vescovo di Lamezia Terme). ). L’annuncio è stato fatto contestualmente a Crotone, dall’amministratore apostolico Claudio Maniago, arcivescovo di Catanzaro e Squillace, e nella Curia di Milano. Una nomina accompagnata dal messaggio di Torriani che inizia con una citazione di Italo Calvino dalle “Città invisibili” e ripropone l’invito di Francesco a coltivare l’incontro e le relazioni. Forse c’è bisogno di questo, nella Chiesa crotonese. Più relazioni. C’è bisogno anche di riaccendere la comunità e di completare la ristrutturazione del Duomo, santuario mariano, e dell’episcopio.

C’è chi a monsignor Panzetta rinfaccia di aver voluto lasciare l’Arcidiocesi crotonese e di non aver preso posizione su alcune vicende scottanti. Ma c’è anche chi, come monsignor Limina, ricorda il suo impegno. Per esempio quello a sostegno di familiari delle vittime e dei superstiti del naufragio di Cutro, dove, in una gelida alba del febbraio 2023, persero la vita un centinaio di migranti. «Si inginocchiò davanti alle bare alllineate al PalaMilone, dove venne il Presidente Mattarella», ricorda monsignor Limina.

A prendere il posto di Panzetta che si presentò quasi come prete operaio, figlio di un operaio dell’Ilva di Taranto, in una città come Crotone che è una piccola Taranto perché qui sono sepolti i veleni di 70 anni di industria pesante che da 30 anni non vengono bonificati, è un sacerdote nato nel 1971 a Bollate. Già  vicario parrocchiale a San Biagio di Monza, a Monza è stato responsabile della Pastorale. È stato anche vicepreside delle scuole parrocchiali di San Biagio di Monza, rettore del Collegio Rotondi di Gorla Minore (Varese) e oggi dirige il Collegio San Carlo di Milano. La consacrazione episcopale avverrà nel Duomo di Milano, il prossimo 22 febbraio, alle 15. Dalla Madonnina alla Madonna di Capocolonna.





Dal sito Famiglia Cristiana

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