Nel cuore del Mediterraneo, culla di civiltà e crocevia di popoli, un nuovo progetto prende il largo con l’intento di costruire ponti di pace tra le sue cinque sponde. Il 1° marzo 2025, la goletta a tre alberi Le Bel Espoir salperà per una traversata di otto mesi, toccando una trentina di porti e coinvolgendo quasi 200 giovani provenienti da ogni angolo del bacino mediterraneo. Un viaggio che non sarà solo un’avventura marina, ma un’esperienza di formazione, dialogo e costruzione di relazioni, con l’obiettivo di gettare le basi per un futuro di convivenza pacifica.
L’iniziativa si inserisce nel solco degli Incontri Mediterranei promossi da Papa Francesco e sviluppati nel corso degli ultimi anni a Bari (2020), Firenze (2022), Marsiglia (2023) e Tirana (2024). L’idea della nave scuola per la pace nasce come risposta concreta all’appello del Santo Padre a “ascoltare le cinque sponde del Mediterraneo” e costruire una rete di dialogo e cooperazione. Il Cardinale Jean-Marc Aveline, Arcivescovo di Marsiglia e promotore del progetto, spiega: «Il Mediterraneo è un laboratorio dell’umanità. Per troppo tempo si è parlato solo di euromediterraneo, invece bisogna ascoltare tutte le cinque sponde: il Mare Geo, il Mar Nero, i Balcani, l’Europa del Sud e il Nord Africa. La nave partirà da Barcellona e, durante il viaggio, raccoglierà testimonianze, esperienze e storie che verranno raccolte in un libro blu del Mediterraneo, per tramandare la memoria di questa traversata». Padre Alexis Leproux, Vicario Episcopale di Marsiglia, sottolinea: «Oggi il Mediterraneo rischia di diventare un deserto insopportabile, bruciato dall’avidità e dalla follia umana. Non ci rassegniamo a vederlo trasformarsi in un cimitero. La nostra missione è dimostrare che il Mediterraneo ha anche una memoria felice, fatta di scambi, cultura e fraternità».
Il Bel Espoir II non è una nave qualunque. Costruita nel 1944 in Danimarca per il trasporto di bestiame, ha subito diversi restauri nel corso degli anni. Dopo aver rischiato di finire in disuso nel 2017, la goletta è stata salvata grazie a una grande operazione di recupero e nel 2023 è tornata a solcare i mari. «Oggi questa nave non è solo un’imbarcazione, ma un simbolo di rinascita, di incontro e di dialogo tra popoli diversi», afferma Padre Leproux.

Un equipaggio di giovani costruttori di pace
A bordo della goletta si alterneranno otto gruppi di 25 giovani, di età compresa tra i 20 e i 35 anni, provenienti da ogni sponda del Mediterraneo. Non solo giovani cattolici, ma anche musulmani, ebrei, ortodossi, laici: tutti accomunati dalla volontà di costruire la pace. L’Arcivescovo di Barcellona, il Cardinale Juan José Omella, evidenzia il valore educativo dell’iniziativa: «Il mare e la nave sono strumenti straordinari per la pedagogia della pace. A bordo, i giovani dovranno imparare a convivere, ad ascoltarsi, a superare le divergenze, perché su una barca si deve remare insieme o non si va da nessuna parte. Questa esperienza sarà una scuola di vita e di dialogo».
Durante la traversata, i partecipanti non saranno solo marinai, ma anche studenti e testimoni di un percorso formativo che toccherà quattro aspetti fondamentali. Dovranno “ascoltare le cinque sponde”, raccogliendo storie, testimonianze e problematiche delle comunità visitate. Organizzeranno eventi e festival in ogni porto, promuovendo incontri, convegni e attività culturali in collaborazione con diocesi, università e associazioni locali. Vivranno un’esperienza concreta di sinodalità, di dialogo e convivenza tra diverse culture e religioni, e contribuiranno a costruire una cultura della pace, stimolando iniziative di cooperazione e responsabilità condivisa.

Uno degli obiettivi più ambiziosi del progetto sarà la realizzazione di un Libro Blu del Mediterraneo, un documento che raccoglierà le esperienze vissute dai giovani e le testimonianze delle comunità incontrate lungo il viaggio. Il libro verrà consegnato a Papa Francesco, ai sindaci delle città mediterranee e alle istituzioni coinvolte, come segno tangibile dell’impegno per la pace. «Non sarà solo un diario di bordo, ma una testimonianza concreta di come il Mediterraneo possa tornare a essere uno spazio di incontro e dialogo», afferma il Cardinale Aveline.
L’iniziativa è promossa dall’Associazione Bel Espoir – AJD, che da anni realizza progetti di inclusione sociale attraverso la navigazione, in collaborazione con Mar Yam, impegnata nella formazione al dialogo, e con l’Associazione Diocesana di Marsiglia. «Non si tratta solo di un viaggio, ma di un movimento che vuole coinvolgere tutti coloro che abitano le rive del Mediterraneo», afferma Padre Leproux. «Ognuno di noi può essere costruttore di pace. Questa nave è solo l’inizio di un cammino che continuerà ben oltre il 2025».
Il Mediterraneo, spesso raccontato come un luogo di conflitto e divisione, può tornare ad essere un mare di incontro e fraternità. E con il vento della speranza nelle vele, Le Bel Espoir si prepara a dimostrarlo.