Oggi l’incontro alla Casa Bianca tra Zelensky e il presidente Trump, mantre a Istambul è in corso il secondo round di colloqui tra funzionari russi e statunitensi
Marco Guerra – Città del Vaticano
Una “rete di sicurezza” per l’Ucraina, così Trump ha definito l’intesa sulle terre rare che firmerà oggi insieme con Zelensky a Washington. “Il presidente Zelensky verrà da me e firmeremo un accordo molto importante per entrambe le parti, perché ci farà entrare nel Paese e rendere il maggior partner dell’ucraina”, ha spiegato a margine del colloquio con il primo ministro britannico Starmer, tenutosi giovedì.
I termini dell’accordo
L’accordo, secondo le bozze circolate, prevede l’apertura di un fondo a cui Kiev contribuirà al 50% per lo sfruttamento di litio, grafite, cobalto, titanio ma anche gas e petrolio. Il fondo servirà anche per successivi investimenti in Ucraina e gli Stati Uniti si impegnano a sostenere lo sviluppo economico del Paese in futuro. Durate la conferenza stampa tenuta con il premier britannico Starmer, Trump ha detto poi che l’accordo di pace arriverà molto presto e “farà in modo che non accada un’altra guerra sul territorio europeo”. Trump ha inoltre garantito che Putin “manterrà la sua parola” e onorerà quanto emergerà dai negoziati.
Incontro Usa – Russia a Istambul
Dal canto suo premier Starmer ha avvertito che un accordo sull’Ucraina non “può premiare l’aggressore”. E questa mattina, l’inquilino di Downing street, reduce dal suo incontro con Donald Trump, ha invitato a Londra per domenica, il giorno prima del previsto vertice con i dirigenti Nato ed europei sulla difesa, una dozzina di alti dirigenti europei e dell’Unione europea, oltre allo stesso presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, per discutere una strategia di sostegno a Kiev. La riapertura dei canali diplomatici è confermata anche dal secondo round di colloqui tra russi e statunitensi a Istambul. La Turchia ha ribadito la disponibilità ad ospitare un bilaterale tra Putin e Trump. Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha telefonato al presidente turco Erdogan per esprimere apprezzamento per il ruolo della Turchia nel negoziato per la pace.