Il Segretario di Stato americano, lasciando Parigi questa mattina, ha detto che Gran Bretagna, Francia e Germania potrebbero “contribuire a far progredire le cose e ad avvicinarci alla risoluzione” del conflitto. Ieri una serie di incontri ad alto livello all’Eliseo hanno visto protagonisti anche alcuni ministri dell’Ucraina
Francesco De Remigis – Città del Vaticano
Gli Stati Uniti hanno presentato ieri all’Eliseo “i contorni di una pace duratura” in Ucraina, ha fatto sapere il Dipartimento di Stato americano, esplicitando gli esiti del vertice promosso dal presidente francese Emmanuel Macron, a margine del quale c’è stata anche una telefonata di Marco Rubio con il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. Il capo della diplomazia di Washington, fa sapere il Dipartimento di Stato, ha ripetuto a Lavrov “lo stesso messaggio che la squadra statunitense ha trasmesso alla delegazione ucraina e agli alleati europei a Parigi: il presidente Trump e gli Stati Uniti vogliono che questa guerra finisca e hanno presentato a tutte le parti i contorni di una pace duratura”. Lasciando la capitale francese questa mattina, Rubio si è detto infine convinto che “Regno Unito, Francia e Germania possano avvicinarci a una soluzione, ho trovato le loro idee molto utili e costruttive”.
A Parigi presente anche la delegazione ucraina
A segnare un punto nel solco del dialogo, sicuramente la telefonata fatta dal capo della diplomazia americana al ministro degli Esteri russo, Lavrov, ma anche la presenza ai tavoli di Parigi di una delegazione del governo di Kyiv. Resta però la netta opposizione di Mosca all’idea che l’Europa, o parte di essa, possa inviare contingenti militari in Ucraina, come auspicato dal consigliere di Zelensky, Podolyak, a protezione di “cielo e terra”. “Il piano della coalizione dei volenterosi per un contingente multinazionale di pace è folle”, è il commento di Maria Zakharova, portavoce di Lavrov. “La maggior parte dei membri della Coalizione dubita della fattibilità di questo intervento militare senza il sostegno degli Stati Uniti, prosegue Zakharova, “e Washington non sarà coinvolta in una simile avventura a giudicare dalle dichiarazioni”.
L’accordo Washington-Kyiv sulle “terre rare”
Per ora, la Casa Bianca annuncia la firma dell’accordo sulle terre rare con Kyiv nei prossimi giorni. Il premier ucraino, Shmyhal, sarà a Washington la prossima settimana per “incontrare il Segretario al Tesoro Usa, Scott Bessent”, ed è previsto che “i team negoziali riferiscano dei progressi entro il 26 aprile” con “l’obiettivo di completare i colloqui entro quella data e firmare un accordo prima possibile”. Ieri il presidente americano Trump aveva anticipato che l’accordo potrebbe essere firmato giovedì 24. Sul campo, nuovi raid russi con droni su Kharkiv e Sumy hanno causato almeno due morti. Al momento, un cessate il fuoco è irrealistico, ha detto il rappresentante permanente della Russia all’Onu, Vassilij Nebenzja. Secondo il diplomatico, la fine del conflitto è ostacolata dalla violazione da parte di Kiev della moratoria sugli attacchi alle strutture energetiche.
Il vicepresidente americano Vance a Roma
E’ atterrato questa mattina a Ciampino il vicepresidente americano J. D. Vance. La visita segna il ritorno in Europa dopo il controverso discorso tenuto a Monaco di Baviera, lo scorso febbraio, in cui criticò il mancato rispetto della libertà di espressione in Europa. Vance aveva deplorato il “declino” della libertà di espressione nel Vecchio Continente, che a suo dire era più preoccupante della minaccia rappresentata da “Russia”, “Cina” o “un altro attore esterno”. Tra gli appuntamenti in agenda, l’incontro con la premier italiana Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e con il cardinale Segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin.