Pronti a raggiungere un’intesa per porre fine al conflitto, ma i punti cruciali devono essere perfezionati. Questa la posizione del ministro degli Esteri russo, Lavrov, che ribadisce la convergenza con il presidente degli Stati Uniti Trump sul cammino per affrontare la crisi nel cuore dell’Europa. Ma sul campo ancora vittime per decine di attacchi russi su Kyiv
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Mosca sta lavorando a un futuro accordo con Kiyv per la risoluzione del conflitto in Ucraina. Lo ha dichiarato nelle ultime ore il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, che in un’intervista all’emittente Cbs però tiene a precisare che alcuni elementi della possibile intesa devono essere perfezionati. Un processo questo, nel quale la Russia sembra contare sull’appoggio del presidente statunitense Trump, descritto da Lavrov come “l’unico leader mondiale che ammette la necessità di affrontare le cause profonde della crisi ucraina”.
La politica ucraina, intanto, si interroga sulle possibili strade per una tregua con il sindaco di Kiyv, Vitali Klitschko, che dichiara: “Uno degli scenari possibili è cedere del territorio. Non è giusto. Ma per la pace, una pace temporanea, forse può essere una soluzione, temporanea”. Il primo cittadino della capitale ucraina, ha comunque precisato che il popolo ucraino “non accetterà mai l’occupazione” da parte della Russia.
L’attacco degli Usa a Putin
Ma l’inquilino della Casa Bianca ha mandato un messaggio chiaro all’omologo russo, Vladimir Putin: dare uno stop alle pesanti operazioni militari su Kyiv che, con 536 raid, solo nella notte ha provocato almeno 12 vittime fra cui una donna e un bambino. Attacchi per i quali, il presidente ucraino, Voldymyr Zelensky, ha accusato Mosca di aver usato un missile balistico nordcoreano. “I nostri servizi speciali stanno verificando tutti i dettagli – ha spiegato Zelensky-. Se l’informazione fosse confermata, ciò costituirebbe un’ulteriore prova della natura criminale dell’alleanza tra la Russia e Pyongyang
La visita di Trump a Roma
Sfuma l’opportunità preventivata per il presidente Usa, Trump, di cogliere l’occasione della partecipazione alle esequie di Papa Francesco per incontri bilateriali con alcune delle delegazioni straniere presenti nella Capitale, fra cui proprio l’Ucraina e poi Gran Bretagna e Francia, per discutere della crisi nel cuore dell’Europa: nel programma ufficiale comunicato dalla Casa Bianca in queste ultime ore, infatti, non è previsto alcun colloquio, ma solo l’omaggio del presidente statunitense a Francesco, poi la ripartenza verso gli Stati Uniti. I termini per un possibile accordo su un cessate-il-fuoco sono, invece, al centro oggi venerdì 25 aprile, del colloquio fra l’inviato americano, Steve Witkoff con il presidente russo, Vladimir Putin a Mosca.