Nel Dizionario della Dottrina sociale della Chiesa, Andrea Boitani spiega cosa si intende per tasso sociale di sconto specificando l’importanza di pensare al futuro nella tutela del bene comune
Andrea Boitani*
Secondo il magistero della Chiesa, la giustizia tra le generazioni dovrebbe essere polo di orientamento per valutare le politiche volte ad affrontare i cambiamenti climatici, che oggi rappresentano l’aspetto più rilevante di crisi ecologica – la cui “radice umana” va riconosciuta (Laudato si’, 101) – e costituiscono la più grave minaccia alla custodia della natura per le generazioni che verranno. Per valutare quelle politiche, occorre fare confronti intertemporali di costi e benefici. Gli economisti hanno esteso l’uso del tasso di sconto dalla valutazione dei consumi individuali e dei flussi di cassa collocati in differenti momenti del tempo, alla valutazione del benessere di un’intera comunità estesa su più generazioni, che può arrivare a comprendere il godimento della natura e della sua bellezza. Così il tasso di sconto individuale si è trasformato in tasso sociale di sconto ed è stato applicato a costi e benefici espressi esclusivamente in termini monetari.
Tanto più alto il tasso di sconto utilizzato e tanto più si svalutano i danni futuri del cambiamento climatico e i benefici futuri delle politiche di contrasto. La maggior parte dei costi del controllo del cambiamento climatico deve essere sostenuta nel prossimo futuro, quando la generazione attuale dovrà sacrificare parte dei suoi consumi. I benefici arriveranno per lo più tra uno o due secoli. Con un tasso di sconto alto il valore attuale di questi benefici sarà inferiore a quello che si ottiene con un tasso di sconto basso. Esiste dunque un conflitto significativo tra l’uso di un tasso elevato di sconto e il principio secondo cui “la terra che abbiamo ricevuto appartiene anche a coloro che verranno” (Laudato si’, 159).
La motivazione eticamente più dubbia dello sconto sociale è il cosiddetto “tasso di preferenza temporale”. Cioè il fatto che ogni individuo oggi preferisce avere una data somma di denaro subito rispetto ad avere quella somma nel futuro. Ma quando il futuro appartiene a diverse generazioni, ciò che si sconta è il loro benessere, non quello dell’individuo di oggi. In ragione della preferenza temporale, che si assume valere tanto per gli individui quanto per la società, il benessere di chi nasce dopo, conta per la generazione presente molto poco. Le generazioni future non fanno così parte del “noi”: sono sconosciuti, sono dei “loro” cui dare poco peso. Il che è in evidente conflitto con la nozione di bene comune che coinvolga le generazioni future.
*Docente di Economia Politica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore
Potete ascoltare qui la serie di podcast sulla Dottrina sociale della Chiesa. La puntata è di Andrea Boitani, curatore della voce: “Tasso sociale di sconto, cambiamento climatico e bene comune” del Dizionario di Dottrina sociale.