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Sudan, l’esercito riconquista la capitale Khartoum

A quasi 2 anni dall’inizio della guerra civile, l’esercito regolare del Sudan ha ripreso il controllo della capitale del Paese africano allontanando i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf). Questo sviluppo segna una svolta, ma il sanguinoso conflitto continua a dilaniare il Sudan e la situazione rimane particolarmente tesa nel Darfur

Francesco Citterich – Vatican News

L’esercito regolare del Sudan ha ripreso il controllo della capitale del Paese africano, Khartoum, allontanando i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf). Lo ha confermato il leader del Consiglio sovrano e capo dell’esercito,  generale Abdel Fattah al-Burhan. «Khartoum è libera», ha dichiarato alla televisione di Stato.

La ripresa dell’aeroporto internazionale

Un  portavoce militare ha aggiunto che l’esercito —  impegnato a combattere le Rsf dal 15 aprile del 2023  — ha  «messo completamente in sicurezza» l’aeroporto internazionale di Khartoum, dove i combattenti delle Rsf erano di stanza da quasi due anni.  Segnalati ritiri su larga scala dei combattenti delle Rsf verso il ponte Jebel Awliya. Questi sviluppi avvengono dopo la riconquista da parte dell’esercito, lo scorso venerdì, del palazzo presidenziali e di altri edifici istituzionali a Khartoum.Quando scoppiò la guerra tra Burhan e il suo ex vice, il comandante paramilitare Mohamed Hamdan Dagalo, le Rsf si diffusero rapidamente nel distretto governativo della capitale, costringendo le autorità a fuggire a Port Sudan, sul Mar Rosso. 

Una svolta ma il conflitto prosegue

La riconquista di Khartoum rappresenta senza dubbio una svolta nel conflitto — che ha portato all’uccisione di decine di migliaia di persone e causato più di 12 milioni di profughi —, ma che tuttavia non pone fine ai combattimenti. Le Rsf controllano infatti ancora diverse e ampie regioni del Paese africano. La ripresa del potere a Khartoum arriva due giorni dopo la terrificante strage nell’affollato mercato di Tora, nella regione meridionale sudanese del  Darfur — attribuita all’aviazione delle forze armate governative —, che ha ucciso e ferito centinaia di civili inermi. Si è trattato di uno  degli attacchi aerei più letali dall’inizio della guerra.  Testimoni sul posto hanno affermato di avere contato almeno 270 cadaveri.



Dal sito Vatican News

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