Nella foto: Michele Diegoli (Fonte: FB Spettacoli Michele Diegoli)
Entro il 10 febbraio i più di 511 mila studenti oggi in “terza media” sono chiamati a scegliere l’indirizzo per il prossimo ciclo di studi. Una decisione complessa, probabilmente la “prima grande scelta” per tanti ragazzi, in cui oltre ai diretti interessati sono coinvolti anche professori e genitori.
Michele Diegoli, è tempo di iscrizioni alla scuola secondaria di secondo grado. Cosa fare e cosa non fare?
«Rivolgendomi innanzitutto ai genitori, direi loro di non fare niente!».
Per le famiglie si tratta di un passaggio importante…
«Vero, ma i genitori oggi hanno una certa ansia e anche la scelta delle scuole superiori potrebbe essere vissuta come una proiezione delle nostre frustrazioni. Parlo anche per me, a mia volta genitore. Per tre anni mi sono occupato dell’Orientamento in entrata, nella secondaria in cui insegno: agli open day le domande di madri e padri riguardano gli sbocchi futuri, non i cinque anni di scuola… È come se noi adulti volessimo sapere che i nostri figli sono già realizzati».
Come affrontare, allora, la scelta?
«Pensando al presente e non al futuro. Per gli studenti è davvero una decisione molto importante, forse la prima da “grandi”. L’indirizzo scelto determina il cammino, non in maniera assoluta ma sicuramente importante: alle superiori entri ragazzo, ragazza, ed esci uomo, donna. La domanda da farsi, quindi, non è tanto quali sono le offerte formative proposte, ma chi sono io! È una domanda difficile, ma teniamo conto che orientamento deriva dalla parola Oriente: quindi da dove il sole sorge, non dove tramonta!».
Nella pratica, cosa suggerirebbe a uno studente di terza media?
«Di guardarsi dentro e di chiedersi cosa desidera per sé».
E i genitori, cosa dovrebbero fare?
«Ascoltare i figli, la scelta spetta innanzitutto a loro. Scegliere è anche esporsi al rischio di sbagliare ed è proprio così che si cresce. Meglio che “sbagli” il ragazzo, e magari dopo un anno si prenderà la briga di ripensare al percorso scolastico, piuttosto che scaricare la responsabilità sui genitori. L’aiuto di mamma e papà è utile a guardarsi dentro, con coraggio chiediamo ai nostri figli chi vorrebbero essere e non cosa vorrebbero fare. Poi occorre “rimanere” nelle domande, senza voler subito le risposte. I figli possono sempre stupirci».
Si sceglie di cuore, di pancia o di testa?
«Direi di cuore, perché stando tra la pancia e la testa dovrebbe essere il luogo della sintesi. Come diceva Pascal, “Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce”. Bisogna scegliere quel che piace, che ispira».
Agli open day delle scuole partecipano anche gli studenti di seconda media. Quando è bene iniziare a pensare al proprio futuro?
«Fosse per me sposterei le iscrizioni al giugno della terza media, sarebbe funzionale al percorso di crescita dei ragazzi, anche se sicuramente meno comodo per le amministrazioni scolastiche. Iniziare con gli open day in seconda mi pare presto, i ragazzi hanno diritto a godersi quel che stanno vivendo. Piuttosto, già in prima e in seconda media è importante iniziare a guardarsi dentro».
E nel suo caso, come andò?
«Sono passati più di 40 anni! Optai per il liceo Classico, ma fu più una scelta dei miei genitori. Erano altri tempi, oggi suggerisco davvero di ascoltare i figli».
Nella foto: Michele Diegoli (FB Spettacoli Michele Diegoli)