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Siria, Aleppo sotto il controllo dei jihadisti. L’Iran: pieno sostegno a esercito e governo



Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede a Londra, la seconda città più grande del Paese è per la prima volta dall’inizio del conflitto nel 2012 totalmente fuori dal controllo del governo di Assad. I ribelli entrati anche nella zona centrale di Hama. Mentre migliaia di civili sono in fuga, Teheran assicura il massimo sostegno “contro i terroristi”. Appello del nunzio Zenari: risparmiare la gente, la comunità internazionale lavori per prevenire i conflitti

Vatican News

Per la prima volta dall’inizio del conflitto siriano nel 2012, Aleppo, la seconda città più grande del Paese nonché una delle più antiche al mondo, già nel 2016 scenario di una cruenta battaglia, dopo otto anni di controllo governativo è nelle mani dei ribelli jihadisti anti-Assad. Lo riferiscono gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione non governativa con sede a Londra ma dotata di una rete di attivisti sul terreno. I jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham e le fazioni ribelli alleate “controllano la città di Aleppo, eccetto i quartieri controllati dalle forze curde. Per la prima volta dall’inizio del conflitto, la città di Aleppo è fuori dal controllo delle forze del regime siriano”, ha detto all’agenzia Afp Rami Abdel Rahman, capo dell’Osservatorio.

Sostegno dell’Iran

“Contro i gruppi terroristici” giunge dall’Iran una piena manifestazione di sostegno al governo e all’esercito siriani. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, citato dall’agenzia Irna. Ieri lo stesso Araghchi ha annunciato che avrebbe visitato Damasco nella giornata di oggi per portare il messaggio di supporto della Repubblica islamica all’alleato Assad.

Vittime e sfollati

Dall’inizio delle violenze, circa cinque giorni fa, i morti sono oltre 300, gli sfollati almeno 15 mila, secondo quanto riferito dalle Nazioni Unite. Numeri destinati a salire già nelle prossime ore considerando che le forze jihadiste sono entrate anche nella regione di Hama, nella Siria centrale. L’Onu ha intanto avviato l’evacuazione da Aleppo verso Damasco, nel primo convoglio di auto anche alcuni italiani a bordo.  L’agenzia governativa di notizie Sana ha smesso di inviare notizie, indizi che fanno ipotizzare in molti un golpe a danno di Bashar al Assad, il quale invece assicura che la Siria “sconfiggerà i terroristi”.

L’appello del nunzio Zenari

Un appello a risparmiare i civili ad Aleppo proviene invece dal nunzio apostolico a Damasco, il cardinale Mario Zenari, il quale – al telefono con l’Adnkronos – sottolinea che la Chiesa cattolica, “piccola minoranza in Siria”, non ha le forze sufficienti per svolgere un ruolo di mediazione nel contesto di Aleppo. Anche perché “durante la guerra abbiamo perso i due terzi dei cristiani”, afferma il porporato. Suo auspicio, ascoltando le dichiarazioni che arrivano dai jihadisti e dalle forze alleate che hanno occupano Aleppo, è che la popolazione civile non venga coinvolta negli scontri: “Questi rivoltosi hanno assicurato che non toccheranno i civili e finora è così. Hanno dato loro istruzioni di restare in casa. Ma è ovvio che in un modo o nell’altro la gente è coinvolta”. Lo dimostrano le decine di migliaia di persone sfollate da quando sono iniziati gli scontri. Quello che invece potrebbe fare la comunità internazionale, suggerisce Zenari, è lavorare per “prevenire i conflitti”, perché “la comunità internazionale si muove sempre in ritardo. Eppure il conflitto israelo-palestinese era prevedibile. La guerra tra Ucraina e Russia era prevedibile”, rimarca il cardinale. “La comunità internazionale deve agire prima, per prevenire i conflitti e non agire dopo per raccogliere i cocci”.

 

 

 

 



Dal sito Vatican News

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