Nevianonline.it
Sito ufficiale della Parrocchia Matrice San Michele Arcangelo. Neviano Lecce.

Sipri, nel 2024 aumento record delle spese militari mondiali

L’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (Sipri) segnala a livello globale un pericoloso +9,4 % rispetto al 2023. Stati Uniti, Cina, Russia, Germania e India guidano la classifica, ma sono più di 100 i Paesi in tutto il mondo che hanno aumentato le loro spese militari

Valerio Palombaro – Città del Vaticano

Mai dalla fine della Guerra Fredda era stata registrata una crescita così marcata delle spese militari mondiali. Il dato record di 2.718 miliardi di dollari spesi nel 2024, diffuso oggi nel rapporto dell’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (Sipri), segnala un pericoloso aumento del 9,4 per cento rispetto all’anno precedente. Una tendenza di crescita che prosegue ininterrottamente da dieci anni, ma che ha fatto segnare nel 2024 una vera impennata a causa delle guerre che insanguinano tante aree del mondo.

Abbandonare la”logica della guerra”

Le spese militari, che raggiungono oggi una quota pari al 2,5 per cento del Pil globale, sono salite in tutte le regioni del mondo. Europa e Medio Oriente spiccano come le aree dove le spese sono cresciute in maniera più significativa, ma la deriva è globale a conferma di un pericoloso “effetto domino” innescato da quella «terza guerra mondiale a pezzi» che Papa Francesco ha così spesso denunciato nel suo pontificato parallelamente alla richiesta di abbandonare «la logica della guerra» guidata dai «mercanti d’armi». «Il riarmo è in corso almeno dall’inizio di questo secolo e, da allora, il valore delle spese militari più che raddoppiato», osserva parlando ai media vaticani, Francesco Vignarca, rappresentante dell’Osservatorio Milex.org e di Rete Italiana Pace e Disarmo. Secondo Vignarca, il riarmo oggi viene «esplicitato come una competizione tra sistemi che vogliono prevaricare gli altri» aprendo le porte a una «bolla finanziaria» guidata dall’industria delle armi. Citando l’ultimo messaggio Urbi et orbi per la Pasqua di Papa Francesco, secondo cui «nessuna pace è possibile senza un vero disarmo», Vignarca insiste: «Bisogna spostare le risorse» dall’industria delle armi agli impegni volti «alla riduzione diseguaglianze» in modo da risolvere alla radice «i problemi che ci mettono l’uno contro l’altro».  

L’Europa guida l’aumento globale

Il rapporto del Sipri evidenzia che i primi cinque Paesi che spendono nel settore della difesa — Stati Uniti, Cina, Russia, Germania e India — rappresentano il 60% del totale globale, con una spesa combinata di 1.635 miliardi di dollari. Oltre 100 Paesi in tutto il mondo hanno aumentato le loro spese militari nel 2024. «Poiché i governi danno sempre più priorità alla sicurezza militare, spesso a scapito di altre aree di bilancio, queste scelte economiche e sociali potrebbero avere effetti significativi sulle società negli anni a venire», afferma Xiao Liang, ricercatore del Programma di spesa militare e produzione di armi del Sipri. L’Europa spicca come il continente più segnato dalla crescita delle spese militari. «Per la prima volta dalla riunificazione, la Germania è diventato il Paese dell’Europa occidentale che effettua più spese militari», evidenzia il ricercatore del Sipri, Lorenzo Scarazzato. Una tendenza destinata ad aumentare, considerando la recente decisione del Bundestag di Berlino che ha avvallato le modifiche costituzionali volte a derogare il “tetto” al debito per le spese militari. «Le ultime politiche adottate in Germania e in molti altri Paesi europei suggeriscono che l’Europa è entrata in un periodo di aumento delle spese militari che è probabile che continuerà in un futuro imprevedibile», aggiunge Scarazzato. Le spese militari in Europa, Russia inclusa, sono salite del 17 per cento superando il livello raggiunto alla fine della Guerra Fredda. Tutti i Paesi del continente, eccetto Malta, hanno aumentato le spese per la difesa. La Russia ha aumentato le sue spese militari del 38 per cento su base annua, raggiungendo il 7,1 per cento del Pil, mentre l’Ucraina a causa del conflitto che prosegue da oltre tre anni destina il 34 per cento del Pil al settore. A parte i due Paesi direttamente coinvolti nel conflitto, sono numerosi gli Stati europei a far registrare aumenti senza precedenti delle spese militari. La Germania ha aumentato tali spese del 28 per cento; la Polonia del 31 per cento.

Serve un cambio di paradigma

Tutti i Paesi della Nato hanno aumentato le spese militari nel 2024, facendo raggiungere all’Alleanza atlantica la spesa complessiva di 1.506 miliardi di dollari, ovvero il 55 per cento del totale globale. Gli Stati Uniti, nell’ottica di mantenere un “vantaggio strategico” nei confronti di Cina e Russia, hanno aumentato del 5,7 per cento su base annua le spese militari nel 2024, arrivando a contare per il 37 per cento del totale mondiale. La Cina, con un aumento del 7 per cento, si conferma secondo Paese a spendere di più al mondo nel settore. Aumento significativo anche per il Giappone, mentre l’India si conferma quinto Paese per spese militari al mondo e il Myanmar ha registrato nel 2024 una crescita del 66 per cento su base annua. Per quanto riguarda il Medio Oriente, infine, Israele ha registrato un aumento del 65 per cento delle spese militari, ovvero la più consistente crescita annuale dalla guerra dei sei giorni nel 1967. «Serve un cambio di paradigma», conclude Vignarca, «perché la pace è un processo creativo e continuativo». A tal proposito, l’esperto di spese militari, auspica una Conferenza Onu sul disarmo che si possa svolgere nel 2025, a distanza di 35 anni dall’ultima, in coincidenza con l’80° anniversario delle tragedie di Hiroshima e Nagasaki.

 



Dal sito Vatican News

Visualizzazioni: 0
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito web usa i cookies per migliorare la vostra esperienza di navigazione. Daremo per scontato che tu sia d'accordo, ma puoi annullare l'iscrizione se lo desideri. Accetto Leggi altro

Privacy & Cookies Policy