Sono mamma di tre figli di 6, 5 e 2 anni. Prima di averli, in “teoria” io ero bravissima, mi dicevo: quando sarò mamma io! Ebbene, ora che lo sono diventata, mi trovo spesso a fare quelle stesse cose che da “non mamma” criticavo. Per gestire i primi due figli così vicini tra loro, ho iniziato a “parcheggiarli” davanti alla Tv e poi a far loro ascoltare le musichette sul cellulare. Poi è arrivato il lockdown e i ricattucci per farli mangiare. Ora mi trovo ad usare la Tv come unico modo per placarli e respirare. Io so quali sono i danni che le tecnologie procurano, però poi io stessa le uso quando mi sembra di non avere altro modo per calmarli. Loro hanno un’età in cui – se provo a spiegare i motivi di un divieto – cominciano a capire. Ma ad oggi quando spiego le regole sembrano non comprendere bene. Quali sono le parole giuste per questa missione impossibile? Come faccio a fargli vivere il tempo libero senza l’interferenza di uno schermo?
CARLOTTA
Cara Carlotta, i tuoi bambini, così piccoli, comprendono le tue parole e regole, ma non sanno metterle in pratica perché non sanno come autoregolarsi nei confronti di tutto ciò che procura divertimento e piacere. Quando sono così piccoli, le parole servono a poco. Tu gli fai fare un giro in giostra e gli dici: “Uno soltanto, sia chiaro”. Poi la giostra si ferma e loro non vogliono scendere.
Tutto ciò che arriva loro attraverso gli schermi ha la stessa potenza di un campo magnetico. Più che le parole, serve la fermezza educativa di un genitore che sa che ci sono limiti che i bambini non sanno darsi da soli. E che quei limiti appartengono alla responsabilità educativa di noi adulti.
Al tempo stesso bisogna saper proporre alternative: leggere un libro con loro, giocare alla tombola degli animali, uscire a fare una passeggiata. Una volta al giorno vanno bene anche i cartoni dello schermo tv. Se tu non ce la fai, chiedi aiuto al papà, ai nonni, a un vicino di casa per un po’ di tempo ogni giorno. In questo terzo millennio ogni momento di noia e frustrazione dei bambini è riempito dagli schermi.
Solo che poi tutto diventa un circolo vizioso e gli schermi sembrano essere l’unica risorsa per tenerli tranquilli. Soprattutto quando, come in casa tua, ce ne sono tre, vicini per età e pieni di energia. Capisco la tua fatica. Ma ti invito a sentirti autorizzata a dire i “no che aiutano a crescere”, senza troppi spiegoni, semplicemente affermando che i tuoi no sono il miglior bene per loro e non sono negoziabili. E per motivarti in questa impresa titanica, consolati ogni giorno leggendo una delle meditazioni presenti in Diventare stoici (Mondadori), un manuale che regala “un insegnamento al giorno per vivere con saggezza e perseveranza”.