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Religione al lavoro: i giovani chiedono spazi, tempi e rispetto

di Lorenzo Rossi 

Portare il velo in ufficio, riorganizzare la giornata lavorativa in base alla preghiera o predisporre spazi di culto: per i giovani francesi, la religione entra in azienda. Secondo quanto riportato dal quotidiano cattolico francese La Croix, il secondo barometro sul fatto religioso nelle imprese — realizzato da Toluna e Harris Interactive per il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif) e l’Institut Supérieur du Travail (IST) — mette in luce una frattura generazionale profonda su questi temi.

La fascia tra i 18 e i 24 anni è la più aperta e tollerante: quasi il 70% di loro si dichiara favorevole ad adattamenti nei luoghi di lavoro per permettere l’esercizio della fede, con un incremento di 20 punti rispetto al 2021. Anche se l’idea di istituire una sala di preghiera aziendale trova meno consenso (58%), resta comunque molto più alta rispetto al 25% scarso degli over 50.

L’indagine rivela anche una maggiore accettazione di comportamenti religiosi espliciti: il 63% dei giovani tra i 18 e i 24 anni trova accettabile che un collega chieda di riorganizzare l’orario per pregare, e il 46% accetta che qualcuno rifiuti di sedersi dove si era seduta una persona dell’altro sesso. Più della metà (58%) considera legittimo non stringere la mano a persone del sesso opposto, in netto aumento rispetto a quattro anni fa.

Tuttavia, l’effettiva presenza della religione nei luoghi di lavoro non sembra aumentata in modo significativo: il 67% dei lavoratori afferma che la situazione non è cambiata rispetto al passato, e solo il 37% dichiara di essersi imbattuto in pratiche religiose sul posto di lavoro.

I segni più visibili sono il velo, la kippah o la croce al collo, oltre a richieste alimentari specifiche o permessi per festività non riconosciute come giorni festivi ufficiali. Due su tre affermano di essersi sentiti infastiditi da queste manifestazioni, ma nella maggior parte dei casi riconoscono che le aziende hanno gestito la situazione con equilibrio.

L’ultimo capitolo dell’inchiesta è dedicato all’impatto dei conflitti in Medio Oriente, in particolare quello tra Israele e Hamas. Dal 7 ottobre 2023, il 53% dei lavoratori francesi ha discusso dell’argomento in azienda, e il 27% ha percepito tensioni tra colleghi. Tra i più giovani (18-24 anni), il dato sale al 52%. Oltre il 56% afferma che le dinamiche di gruppo e i rapporti interpersonali sul lavoro ne sono stati influenzati.

Un dato che conferma come il luogo di lavoro sia sempre più uno specchio delle fratture sociali, religiose e generazionali della società francese.





Dal sito Famiglia Cristiana

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