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Reina: Roma piange il suo vescovo. Serve una guida in un mondo dai tratti disumani


Il cardinale vicario per la Diocesi di Roma, nella Messa del terzo dei novendiali in suffragio di Papa Francesco, indica ai porporati elettori il compito di cercare un pastore per “discernere e ordinare” le riforme e i processi avviati dal Pontefice argentino, e in questo senza seguire “convenienze mondane” e “pretese ideologiche che lacerano l’unità delle vesti di Cristo”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

“Che ne sarà” dei tanti “processi di riforma della vita della Chiesa avviati da Papa Francesco, e che sconfinano oltre le appartenenze religiose”? Se lo domanda il cardinale Baldassare Reina, vicario generale per la Diocesi di Roma, nel cuore della sua omelia per la Messa del terzo dei novendiali in suffragio del Papa. “La gente – ricorda – gli ha riconosciuto di essere stato un pastore universale e la barca di Pietro ha bisogno di questa navigazione larga che sconfina e sorprende”. E nostro dovere, prosegue rivolto ai cardinali concelebranti, “dovrebbe essere discernere e ordinare quello che è incominciato, alla luce di quanto la nostra missione ci richiede, nella direzione di un nuovo cielo e di una nuova terra”. Il rischio, continua il cardinale vicario nella Celebrazione che esprime la preghiera e il dolore di un popolo, quello di Roma, che piange il suo vescovo è che “potremmo cercare di vestire la Sposa” cioè la Chiesa, “secondo convenienze mondane, guidati da pretese ideologiche che lacerano l’unità delle vesti di Cristo”.

Cercare un pastore che abbia lo sguardo di Gesù

“Cercare un pastore oggi”, sottolinea Reina, agli oltre 180 cardinali concelebranti, che partecipano in questi giorni alle Congregazioni in preparazione del Conclave, che si aprirà il 7 maggio, e in particolare ai più di cento che eleggeranno il nuovo Pontefice, “significa soprattutto cercare una guida che sappia gestire la paura delle perdite di fronte alle esigenze del Vangelo”. Un pastore, prosegue, “che abbia lo sguardo di Gesù, epifania dell’umanità di Dio in un mondo che ha tratti disumani”. E che confermi, infine, “che dobbiamo camminare insieme, componendo ministeri e carismi”, come “popolo di Dio costituito per annunciare il Vangelo”. Rileggendo il brano del Vangelo di Giovanni proclamato poco prima, il cardinale vicario ricorda che la parabola di Gesù del chicco di grando che deve morire per dare frutto “racconta l’amore del pastore per il suo gregge”. Un gregge di “pecore senza pastore”  

In questo tempo, mentre il mondo brucia, e pochi hanno il coraggio di proclamare il Vangelo traducendolo in visione di futuro possibile e concreto, l’umanità appare come pecore senza pastore.

Cardinali, vescovi e sacerdoti concelebranti nella terza Messa dei novendiali

Cardinali, vescovi e sacerdoti concelebranti nella terza Messa dei novendiali   (VATICAN MEDIA Divisione Foto)

Non è il tempo di tornare indietro o di alleanze di potere

Gesù, “il vero pastore della storia che ha bisogno della sua salvezza”, prosegue il porporato “conosce il peso che grava su ognuno di noi nel continuare la sua missione, soprattutto mentre ci troveremo a cercare il primo dei suoi pastori sulla terra”. Come al tempo dei primi discepoli, chiarisce Reina, “ci sono risultati e anche fallimenti, stanchezza e timore. La portata è immensa, e si insinuano le tentazioni che velano l’unica cosa che conta: desiderare, cercare, operare in attesa di “un nuovo cielo e di una nuova terra”.

E non può essere, questo, il tempo di equilibrismi, tattiche, prudenze, il tempo che asseconda l’istinto di tornare indietro, o peggio, di rivalse e di alleanze di potere, ma serve una disposizione radicale a entrare nel sogno di Dio affidato alle nostre povere mani

Non subire la paura delle perdite legate ai cambiamenti

Di fronte all’annuncio di questa novità, quella che Gesù ci indica, secondo il cardinale vicario “non potremmo accondiscendere a quella pigrizia mentale e spirituale che ci lega alle forme dell’esperienza di Dio e di pratiche ecclesiali conosciute nel passato”, pratiche che “desideriamo debbano ripetersi all’infinito, soggiogati dalla paura delle perdite connesse ai cambiamenti necessari”.

L'omelia del cardinale Reina

L’omelia del cardinale Reina   (VATICAN MEDIA Divisione Foto)

Non piegare il Vangelo alle logiche mondane

Reina sottolinea la compassione di Gesù verso la gente che lo segue, “pecore senza pastore”, e nessuno che si prenda cura di loro, per le quali “sente di essere il loro Pane che non delude, la loro acqua che disseta senza fine, il balsamo che cura le loro ferite”. E’ la stessa di Mosè alla fine dei suoi giorni, “guardando la moltitudine che aveva guidato”, e che prega “il Signore che quel popolo non si riduca a essere un gregge senza pastore”. Quella preghiera, chiarisce il cardinale Reina, ora è la preghiera di tutta la Chiesa “e di tutte le donne e gli uomini che domandano di essere guidati e sostenuti nella fatica della vita”

Orfani di una parola che orienti tra canti di sirene che lusingano gli istinti di autoredenzione, che spezzi le solitudini, raccolga gli scarti, che non si arrenda alla prepotenza, e abbia il coraggio di non piegare il Vangelo ai tragici compromessi della paura, alla complicità con logiche mondane, ad alleanze cieche e sorde ai segni dello Spirito Santo

Francesco e quell’ultimo atto di seminatore senza risparmio

L’esempio è invece quello di Gesù, il pastore buono “che semina con la propria morte, perdonando i nemici, preferendo la loro salvezza, la salvezza di tutti, alla propria”. Se vogliamo essere fedeli al Signore, sottolinea il cardinale vicario, “al chicco di grano caduto in terra, dobbiamo farlo seminando con la nostra vita”. La mietitura gioiosa, chiarisce, “dovrà passare dalla morte del seme che è la nostra vita”.

Quel gesto estremo, totale, estenuante, del seminatore mi ha fatto ripensare al giorno di Pasqua di Papa Francesco, a quel riversarsi senza risparmio nella benedizione e nell’abbraccio al suo popolo, il giorno prima di morire. Ultimo atto del suo seminare senza risparmio l’annuncio delle misericordie di Dio. Grazie Papa Francesco.

Cardinali presenti alla terza Messa dei Novendiali

Cardinali presenti alla terza Messa dei Novendiali   (VATICAN MEDIA Divisione Foto)

Le preghiere per il Papa

Nell’orazione iniziale, il cardinale Reina aveva pregato Dio perché conceda “al tuo servo e nostro Papa Francesco, al quale hai affidato la cura della tua famiglia, di entrare con gli abbondanti frutti delle sue fatiche apostoliche nella gioia della vita eterna”. E nelle preghiere dei fedeli si è invocato il Signore perché il bene che il Pontefice scomparso “ha esercitato in mezzo a noi, fruttifichi in coloro che ha amato e servito”.



Dal sito Vatican News

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