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Regina Coeli, il cappellano: Francesco figura unica, qui in carcere uno dei gesti più belli


La testimonianza di padre Vittorio Trani, cappellano della Casa Circondariale romana dove Francesco si è recato il Giovedì Santo. Ancora nel cuore e negli occhi quel giro di ieri, Domenica di Pasqua, desiderato da Francesco in papamobile tra i fedeli in Piazza San Pietro: “Ha voluto offrire un testamento al popolo di Dio, di stimolo alla speranza e alla pace”. La prossima domenica si terrà una Messa nella rotonda centrale dove il Pontefice ha incontrato i reclusi “commossi da quella presenza”

Antonella Palermo – Città del Vaticano

“Una figura straordinaria che ha voluto dare, proprio in un momento in cui probabilmente sentiva che la vita gli stava sfuggendo, una testimonianza di carità e di attenzione a una categoria di persone che nella sua missione erano le più sfortunate, le più fragili”. Così ai media vaticani padre Vittorio Trani, cappellano della Casa Circondariale di Roma Regina Coeli, dove Papa Francesco lo scorso 17 aprile, Giovedì Santo, ha desiderato recarsi per un saluto ai detenuti.

Il ricordo dei baci di tenerezza verso i detenuti

“Il gesto che ha voluto fare venendo in carcere Giovedì Santo è stato un gesto bellissimo”, commenta il sacerdote, testimone di tanta tenerezza spesa per chi è dietro le sbarre. Da tradizione il Pontefice argentino, molto legato alla pastorale carceraria già quando era nella sua Buenos Aires, ha voluto compiere il rito della lavanda dei piedi nei luoghi di reclusione. Quest’anno le sue condizioni di salute non glielo hanno permesso, tuttavia non ha voluto trascurare l’impegno e si è fatto prossimo, pur solo attraverso una semplice visita restando nella sua carrozzina. E ha fatto il giro dei social l’immagine dei baci mandati a tante delle persone che lo attendevano da dietro le vetrate della sezione protetta, baci di autentica compassione. “I detenuti, dopo la visita del Papa, mi si sono stretti intorno e la frase più ricorrente sulla bocca di tutti è stata: ‘È stato semplicemente commovente averlo tra noi'”, spiega padre Vittorio.

Quella tradizione antica di vicinanza ai detenuti

“Da questo ‘balcone’ del carcere – sottolinea ancora l’assistente ecclesiastico – posso dire che Francesco è stato una figura unica perché ha messo fin dal primo momento i detenuti al centro della sua attenzione. Ogni detenuto ha una storia, una storia pesante. Quando si entra nelle storie dei singoli si rimane un po’ perplessi… Nella scelta della sua pastorale ha voluto metterli al centro”.

Già sei anni fa, in occasione della medesima circostanza liturgica, Papa Bergoglio confidava di tener fede a un appuntamento: ogni quindici giorni, la domenica, una telefonata a un gruppo di carcerati in un penitenziario che visitava con frequenza. E aggiungeva quella frase ricorrente di aver avuto sempre una sensazione che lo portava a chiedersi: ‘perché loro e non io? Quella domanda aiuta tanto: perché loro e non io?’. “Il Papa sottolinea una realtà della vita – prosegue Trani – perché nell’esistenza di una persona basta un niente che uno si può trovare in difficoltà. Probabilmente lui ha sentito in tutto il percorso della sua vita una mano provvidenziale che lo ha messo invece nel percorso giusto; per molti ragazzi invece non è stato così, hanno fatto dei passi che li hanno portati poi a vivere un’esperienza così pesante e particolarmente limitante”. 

Domenica prossima una Messa in carcere per il Papa

Domenica prossima sarà celebrata in carcere una Messa per il Pontefice, annuncia infine il cappellano: “Ci organizzeremo perché il mondo dei sentimenti dei detenuti possa trovare una modalità bella di dire grazie al Signore per il dono del Papa, per come lo abbiamo conosciuto”. Ancora nel cuore e negli occhi quel giro di ieri, Domenica di Pasqua: Francesco in papamobile tra i fedeli in piazza san Pietro. “Ieri ha voluto come offrire un testamento al popolo di Dio. È stato come un dono finale fatto ai fedeli, un dono di vicinanza, di condivisione, attenzione, di stimolo, di semina della speranza e di richiesta della pace”.



Dal sito Vatican News

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