Nevianonline.it
Sito ufficiale della Parrocchia Matrice San Michele Arcangelo. Neviano Lecce.

«Questa economia uccide»: l’eredità economica di Papa Francesco secondo Stefano Zamagni

«Questa economia capitalistica uccide» è una delle frasi più forti utilizzate da papa Francesco nel corso del suo mandato. Sull’aspetto socio-economico il compianto Santo Padre non si è mai tirato indietro e ha posto i temi del lavoro e dell’economia al centro del suo pontificato, più di quanto abbia fatto ogni suo predecessore. L’affermato economista nonché ex presidente (su decisione dello stesso Bergoglio) della Pontificia accademia delle scienze sociali, Stefano Zamagni illustra i punti fondamentali della dottrina economica gestita sotto l’ultimo papato. «I papi precedenti hanno vissuto l’ultima fase della modernità. Francesco ha operato nella post-modernità. La differenza è enorme. La dottrina sociale della Chiesa fino a poco tempo fa si limitava a segnalare gli errori commessi e cercava di lenire le disgrazie di vita degli ultimi. Questo papato è passato oltre. Francesco è intervenuto sulle cause generatrici delle ingiustizie per poi porvi rimedio. Ha sempre deciso di intervenire sulle cause e non solo sulle conseguenze», spiega il professore.

L’enciclica del 2015 Laudato Sii, la seconda scritta da Papa Francesco, è forse il primo e più importante documento dell’ultimo Pontefice in tema di dottrina economica. Da qui parte il ragionamento sulla differenza tra “economia di mercato” ed “economia di mercato capitalistica”. Basta infatti una parola per far assumere ai due concetti un valore ben diverso. «Laudato Sii è un’enciclica con proposte e soluzioni concrete. Non c’è solo la richiesta di essere tutti fratelli. Il Papa diceva di essere a favore dell’economia di mercato, ma non appunto di questa economia di mercato che uccide. L’economia di mercato semplice è stata pensata dai francescani tra il 1300 e il 1400 e questo Francesco lo sapeva bene. Ed è diversa da quella capitalistica, divenuta tale nel 1600. La semplice economia di mercato ha come fine il bene comune. Il capitalismo no, sicuramente ha generato buoni risultati ma ha creato tanti altri problemi. Ha portato disuguaglianza, ha distrutto l’ambiente e creato il paradosso della felicità», chiarisce Zamagni.

Strettamente collegato a questo discorso c’è anche quello sul cosiddetto “trilemma della sostenibilità”. Papa Francesco negli ultimi dieci anni ha infatti sempre sottolineato l’importanza di un’economia ecologica non solo basata sul piano ambientale. E spesso non sono mancate le ingiuste accuse nei suoi confronti di essere “marxista”. Ma di materialistico o di marxista nella dottrina sociale del Pontefice non c’è nulla. la stella polare è sempre stata la dottrina sociale della Chiesa dei suoi predecessori, a cominciare da papa Leone XIII e la Rerum Novarum. «Il Pontefice è andato avanti per la sua strada e ha sempre insistito sulla creazione di un’economia etica, un’economia del cammino. Il Papa dice che deve esserci anche un’economia integrale. Vale a dire il considerare allo stesso modo la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Se si punta solo a quella ambientale la situazione si aggrava. Il Papa ha sempre cercato di risolvere questo trilemma e ha lanciato questa idea per primo. Secondo l’eredità di Francesco sul tema, la solidarietà e l’aspetto sociale vanno messi in primo piano o quantomeno non trascurati. Gli scienziati, ad esempio, che spesso sono dei geni assoluti, pensano solo a come non inquinare e non si pongono dubbi sul resto», prosegue l’economista.

Poi Zamagni sottolinea come il Papa abbia di fondo enfatizzato l’importanza di un approccio multilaterale nelle questioni della politica mondiale. E ciò è sempre andato contro l’unilateralismo dei grandi Paesi come gli Stati Uniti. «Dobbiamo considerare che il modello di organizzazione mondiale formatosi alla fine della Seconda guerra mondiale è stato trasformato. Il vecchio modello unilaterale vedeva gli Usa che dominavano il mondo. Oggi ciò non è possibile e il Papa lo sapeva. Negli ultimi anni si è affermato il Global South. L’insieme di almeno 11 Stati tra paesi del Terzo mondo e in via di sviluppo. Il Sud Globale rappresenta il 60% della popolazione mondiale. A capo ci sono Cina, India e Sud Africa», osserva Zamagni. «Nel mondo attuale serve un modello con più centri decisionali. Trump sta cercando di riprendersi l’unilateralismo. I Dazi, per fare l’esempio più noto, ovviamente sono un errore. Trump lo sa, ma lo fa apposta. L’obiettivo del presidente americano è politico e non economico. Negli ultimi trent’anni, se ci si fa caso, ci sono state più guerre che nei cinque secoli precedenti. E la guerra è la conseguenza della voglia di unilateralismo».

Infine Zamagni si sofferma sul futuro prossimo e sull’immediata scelta del nuovo pontefice: «Ci sono diversi eredi degni di Francesco. Chi è credente poi sa che c’è la mano operosa dello Spirito Santo. Un papa uguale a Francesco non può esserci, nessuna persona è uguale ad un’altra. Ma sicuramente la speranza è che venga eletto un Pontefice che intenda portare avanti il sentiero tracciato negli ultimi tredici anni».





Dal sito Famiglia Cristiana

Visualizzazioni: 0
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito web usa i cookies per migliorare la vostra esperienza di navigazione. Daremo per scontato che tu sia d'accordo, ma puoi annullare l'iscrizione se lo desideri. Accetto Leggi altro

Privacy & Cookies Policy