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«Quel giorno che Francesco mi risarcì di tasca propria dieci euro»



Don Renzo Zocca.

«Papa Francesco è salito in cielo ed è diventato un angelo proprio il giorno dopo la resurrezione del Signore. Sicuramente si saranno già incrociati. E questo mi porta grande pace e serenità. In qualche modo lui per me è stato anche un amico». Don Renzo Zocca -storico ex parroco di Saval (uno dei quartieri più poveri e disagiati di Verona) e da sempre in linea per aiutare le persone in difficoltà- ricorda tra gioia e commozione lo stretto legame con il Pontefice, scomparso questa mattina all’età di 88 anni. La notizia del decesso del Papa ha scosso il mondo intero e ha preso in contropiede anche Don Renzo: «Non è stata una mattinata facile. Sapevamo tutti la gravità delle condizioni del Papa, ma mai avrei immaginato che sarebbe successo così presto. Ora è in paradiso e noi dobbiamo affidarci alla fede». 

L’ottantaduenne sacerdote veronese -fondatore della “Fondazione L’Ancora Onlus” che si occupa della prevenzione e della cura del disagio di tutte le età- è noto anche per aver regalato al Pontefice un auto, nello specifico una Renault 4. «Con quell’auto ho percorso 300.000 chilometri, girando per tutto il quartiere di Saval. La Renault mi ha accompagnato nella mia missione di vita dedicata ai bisognosi. Poi ho smesso di utilizzarla e nella primavera del 2013 mi è venuta l’idea di regalarla al Papa. Sono prima riuscito a mettermi in contatto con lui tramite una lettera. E poi mi ha chiamato, accettando il regalo. Siamo stati 35 minuti al telefono, un’emozione incredibile», racconta Don Renzo. E da lì direttamente il viaggio verso Roma, nel settembre dello stesso anno, per portare il dono in Vaticano: «Per me non poteva esserci di meglio. Mentre lo aspettavo fuori da Santa Marta quasi tremavo. Mi chiedevo se avrei dovuto baciargli la mano o inginocchiarmi. E tutto ciò mi sembrava poco. Invece lui è arrivato e mi ha abbracciato, come se fossi un vecchio amico». Poi addirittura un viaggio in auto… contromano per le vie del Vaticano: «Alcune persone che erano venute con me da Verona non erano potute entrare in Santa Marta e ci aspettavano da un’altra parte. Allora lui mi ha chiesto di accompagnarlo in auto per poter incontrare questi suoi fedeli. E io, su suo consiglio, ho imboccato la strada sbagliata, contromano. Le sue guardie ci inseguivano, chiedendosi chi fossero sti “due pazzi”. Fu un altro momento incredibile», ricorda ridendo il sacerdote veronese. 

La Renault 4, dal 2013, è all’interno del Padiglione delle carrozze all’interno dei Musei Vaticani. Negli anni il Pontefice l’ha utilizzata più volte. E sull’auto sono attaccati anche due adesivi raffiguranti lo stemma dell’Hellas Verona, la squadra di cui Don Zocca è grande tifoso e di cui è stato ex cappellano quarant’anni fa. Anche lo sport, in particolare il calcio, lo legava al Vicario di Cristo: «Con Francesco abbiamo condiviso anche la passione per il calcio. Lui era molto appassionato. Tifava per gli argentini del San Lorenzo, ma si informava anche degli eventi del calcio italiano. Quando il Verona è salito in Serie A diversi anni fa mi ha fatto portare la squadra in Vaticano. Anche quella fu un’esperienza straordinaria». 

Don Zocca ricorda tanti aneddoti ma porta anche riflessioni più serie, soprattutto sui tanti insegnamenti del Pontefice: «Lui prima di tutto era un cristiano. Poi era un uomo, un uomo umile. La pensavamo uguale su tante cose. Sull’importanza di aiutare gli ultimi, i poveri, i disabili. In generale sulla necessità di stare vicino ai giovani, ma anche agli anziani. Lui era molto attento alle problematiche dei bambini. Amava ascoltarli durante le udienze e in più occasioni li faceva sedere sulla propria auto. Ricordo la commozione di molte famiglie per questi semplici suoi gesti. E poi soprattutto eravamo uniti dal fatto di voler tenere lontani i troppi soldi dalle funzioni religiose. Uno dei suoi ultimi decreti, firmato nei giorni scorsi, punta a slegare i sacramenti alla disponibilità economica. Dobbiamo imparare a staccarci completamente dal denaro e ad affidarci alla provvidenza di Dio, che c’è e ci sarà sempre».

Infine il filo dei ricordi del sacerdote si riannoda verso un altro simpatico episodio, che spiega bene però la semplicità del defunto Papa. «Io posso dire di aver ricevuto 10 euro da Papa Francesco. Sempre in occasione della consegna della Renault 4 avevamo consegnato al Pontefice anche una maglietta, realizzata dai ragazzi che stavano nelle nostre comunità. Questa t-shirt serviva anche per finanziare alcune opere di carità. Noi volevamo regalargliela, tuttavia lui volle a tutti i costi partecipare alla raccolta fondi. E mi consegnò 10 euro. Li conservo ancora gelosamente in cassaforte».





Dal sito Famiglia Cristiana

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