La Comunità Radiotelevisiva Italofona festeggia il suo quarantesimo anniversario di attività con tre giorni di iniziative a Roma
Rosario Tronnolone – Città del Vaticano
La “Comunità italofona degli enti radiotelevisivi”, questo il suo nome originale, fu fondata il 3 aprile 1985 a Firenze dall’accordo tra RAI, Radiotelevisione Svizzera (che ne assunse la presidenza) e Radiotelevisione di Capodistria. Nel 2006, assumendo il nome che la connota oggi, la Comunità accolse tra i membri fondatori anche la Radio Vaticana e San Marino RTV. Oggi la CRI riunisce non solo organismi radiotelevisivi italofoni, ma anche istituzioni del mondo della cultura e della comunicazione, con l’obiettivo di promuovere la lingua e la cultura italiana nel mondo. Per assolvere questo compito, la CRI organizza seminari di formazione, promuove coproduzioni internazionali, organizza dibattiti, convegni e cammini.
Dal 2 al 4 aprile, per festeggiare i suoi primi quarant’anni, la Comunità Radiotelevisiva Italofona si ritrova a Roma per l’Assemblea Generale, per due seminari dedicati alla Comunicazione Social e alla valorizzazione e all’uso creativo degli Archivi, e per una puntata speciale del programma di Rai Radio 3 “La lingua batte”, dedicata interamente ai quarant’anni di attività della CRI.
Ma quali sono le sfide che la Comunità Radiotelevisiva Italofona si trova ad affrontare oggi rispetto a quando è nata? Lo abbiamo chiesto al presidente della CRI, Mario Timbal della Radiotelevisione Svizzera
Penso che le sfide si siano moltiplicate in questi anni: prima di tutto perché si sono moltiplicati i mezzi di comunicazione e ognuno di essi richiede un linguaggio proprio, e quindi esploriamo tutte quante queste vie; poi ci sono le sfide interne ai membri della Comunità: in questo momento tutti i media, ma soprattutto quelli di servizio pubblico sono in mezzo ad un discorso politico sulla loro legittimità e quindi anche in questo senso è molto importante avere dei punti di scambio tra i Paesi e tra le diverse emittenti e i diversi enti in cui confrontarsi, perché abbiamo problematiche sempre molto simili; e poi ha un’importanza anche dal punto di vista tecnologico (e lo vediamo con le attività di formazione sui podcast e sull’uso dell’Intelligenza Artificiale, per citare solo due esempi), perché chiaramente i membri più grandi possono condividere questo tipo di conoscenze con gli altri membri e quindi aiutarli ad acquisirle. Ecco, queste sono le sfide che si affiancano a quelle che costituivano la missione di partenza della Comunità.
E che non si sono perdute…
E che non si sono perdute perché la cultura italiana e l’italianità in generale restano per noi fondamentali.
Alla Segretaria generale della CRI, Maria du Bessé della RAI, chiediamo come viene festeggiato un compleanno così importante:
Festeggiamo questi quarant’anni in un modo che sentiamo molto: abbiamo immaginato di organizzare, anche grazie alla collaborazione di Rai Radio 3, una trasmissione radiofonica. Questo perché la radio è in qualche modo la nostra prima voce, come dicevamo. Avremo quindi una puntata speciale di “La lingua batte” interamente dedicato ai quarant’anni della Comunità.
Ci sono inoltre due seminari che fanno da “ali” a questo programma radiofonico.
Sì, è proprio così. In questi tre giorni a Roma ci sono due iniziative di formazione: noi ogni anno organizziamo una serie di attività di aggiornamento professionale, e quest’anno i temi scelti, che sono sempre in qualche modo suggeriti dai nostri membri, vertono il primo sulla comunicazione social e il secondo sull’uso creativo degli archivi.
Ancora una volta passato e futuro si coniugano.
Passato e futuro… riflettendo sui quarant’anni, pensavo: “quarant’anni e non sentirli”, oppure “quarant’anni e sentirli”? Perché è bello avere la visione del futuro, ma è anche bello poterla avere grazie al passato, per cui secondo me è importante conservare la curiosità, la freschezza e la possibilità di avere uno sguardo verso quello che sarà il prossimo futuro, però ricordandoci sempre chi siamo e da dove veniamo.