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PK Dick, un successo postumo ma meritato

È forse la maledizione che ogni scrittore vorrebbe evitare: il riconoscimento post mortem della propria opera. Oltre a non poter beneficiare dei vantaggi economici di un successo editoriale, l’autore non avrà avuto durante la sua vita nemmeno quella gratificazione che serve come spinta psicologica a capire che la strada intrapresa è quella giusta.

Nel caso di Philip Kindred Dick, il destino è stato beffardo, oltre che cinico. L’anno della sua morte, il 1982, è coinciso con la prima visione al cinema di Blade Runner, uno dei film di fantascienza più famosi di sempre e che ha creato l’immaginario distopico e noir che noi oggi diamo quasi per scontato trovare in film e romanzi sci-fi, tratto dal suo romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche?. Insomma, a marzo muore, a giugno il film esce nelle sale e diventa un cult. Che beffa.

Da lì in poi l’opera di PK Dick è stata saccheggiata per trarne film e serie tv, tra cui Minority Report, in onda su canale 20 alle 21 di sera. La trama dà una parziale idea dei mondi alternativi presenti nella psiche dello scrittore americano: in una società futura il crimine è stato azzerato grazie al dono della precognizione di tre ragazzi dotati di poteri extrasensoriali, e la Polizia, in base alle loro pre-visioni, arresta i cittadini che stanno per commettere un delitto ma ancora non l’hanno commesso. Nessun dubbio sul fatto che un essere umano possa cambiare idea all’ultimo momento? No, a meno che nei sogni dei tre ragazzi non compaia proprio il capo della polizia Precrimine, interpretato da Tom Cruise, mentre ucciderà uno sconosciuto…

Libero arbitrio, responsabilità e determinismo, sensi di colpa e condizionamenti sociali: tutto passa abilmente al setaccio nella mente di Dick e Minority Report, diretto da Steven Spielberg, rende con efficacia il messaggio.

A proposito di riconoscimenti postumi, è di queste settimane la pubblicazione dell’opera dell’autore americano nella prestigiosa collana dei Meridiani Mondadori: lo stigma dello scrittore di fantascienza – quindi non un vero autore di letteratura secondo il meschino mondo dell’editoria mainstream – è stato duro da sconfiggere, ma alla fine, anche se con 40 anni di ritardo, anche PK Dick è salito al piano superiore, quello degli Autori con la A maiuscola.

 

 





Dal sito Famiglia Cristiana

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