Lui è troppo giovane per consumarsi in carcere, riconosce di essersi arreso troppo presto di fronte al primo fallimento dei suoi sogni: “Devi essere pronto ad ammettere che la strada non è il luogo giusto per te – racconta Pavell – e che quelle persone non fanno per te e che magari desideri un’altra vita. Ricaderci, poi, come è successo a me, è come continuare a vivere un amore tossico” (da “I volti della povertà in carcere” – EDB – di Rossana Ruggiero e Matteo Pernaselci)