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Patti Smith: “Teniamo le parole di Papa Francesco vicino al cuore”


L’icona rock degli anni Settanta e non solo aveva un’ammirazione speciale per il Pontefice. Lo ha incontrato in più occasioni, in questi giorni ha scritto una poesia e altri pensieri per ricordarlo. Sua anche una canzone dedicata ad alcuni termini chiave cari al successore di Pietro

Fabio Colagrande ed Eugenio Murrali – Città del Vaticano

Patti Smith, classe ’46, icona rock degli anni Settanta e non solo, ha voce, cadenze e parole che esprimono gentilezza e amore mentre parla di Papa Francesco. Dopo aver appreso della sua morte, la cantautrice statunitense, cha ha segnato le generazioni e il mondo con le sue canzoni controcorrente e intrise di umanità, ha visto un piccolo fiore, da molti conosciuto come “dente di leone”, e ha composto una breve poesia dedicata a Francesco, che per lei è come quel tarassaco: «humble yet strong», umile eppure forte.

Ascolta l’intervista a Patti Smith

Un messaggio di pace

Su una delle sue pagine social ha detto: “Questa notte, prima di addormentarmi, contemplo gli ultimi dodici anni con Papa Francesco. Sebbene non sia cattolica, sono stata attratta dal suo gentile, aperto, e convinto senso di umanità. Mi sentivo più al sicuro sapendo che era tra noi, facendo del suo meglio per seguire e predicare gli insegnamenti di Cristo. È appropriato che le sue ultime parole al pubblico si concentrino fortemente sulla Pace. Possa ascendere a un luogo amorevole visitato dalle colombe dell’aria”.

La canzone per Francesco

Smith già nel 2013 era venuta a Roma per stringere la mano a Papa Francesco, aveva cantato per lui in Vaticano nel 2014 e oggi vive con partecipazione vera la sua scomparsa.
“Svegliatevi tutti, il tempo è arrivato / riparare, curare la nostra casa comune / ringraziare, seminare / tendere la mano a chi ha bisogno / quando l’anima anela all’amore / esso viene dall’alto / misericordia, speranza, umiltà / queste sono le parole di cui vivere ogni giorno” recita la sua canzone These Are The Words, scritta con Tony Shanahan per il documentario di Wim Wenders, Papa Francesco. Un uomo di parola. Raggiunta al telefono, in Giappone, grata per il tempo in cui Francesco ci ha accompagnato, dispiaciuta per la sua dipartita, ha risposto alle nostre domande.

L’intervista

Un dente di leone fiorito tra le pietre le ha dato l’ispirazione per i versi che ha dedicato a Papa Francesco. Forte e umile, rimpianto dalla natura, dalla poesia e dalla sofferenza. Quanto ha sentito vicini il messaggio di Papa Francesco, il suo impegno, la sua visione e le sue idee?

Li ho sentiti vicini come il battito del mio cuore. Ricordo quanto ci ha detto, che quando preghiamo dobbiamo farlo con il cuore e non come pappagalli, limitandoci a recitare parole. E lo stesso vale per l’ascolto. Ho sempre ascoltato le sue parole dal cuore, perché lui parla dal cuore. Con lui tutto è da cuore a cuore.

Come ha osservato, le ultime parole di Papa Francesco sono state un appello alla pace. Come si può portare avanti questo impegno per la fratellanza tra esseri umani?

Stiamo vivendo tempi davvero tormentati. C’è tanta avidità e brama di potere. In realtà spetta alle persone fare il possibile per essere gentili le une con le altre, ogni singolo giorno e in ogni modo. Tutti suoi insegnamenti: essere buoni, condividere, essere compassionevoli. Penso che dobbiamo lottare contro le forze esterne dell’avidità e del potere, per bloccarle facendo risplendere la gentilezza l’amore. Sarà un cammino molto arduo. Ma se riusciremo a essere in pace con il nostro prossimo, e il nostro prossimo con il suo prossimo, sarà già un inizio. Perché dobbiamo partire da ciò che è più umile, dal gesto umile. Penso che lui ci abbia insegnato questo, con il suo modo di essere. I piccoli gesti sono enormemente importanti.

Lei ha incontrato Papa Francesco molto presto e ha cantato per lui in Vaticano all’inizio del suo pontificato. C’è stata un’intesa immediata? Come ricorda quelle occasioni di incontro e condivisione?

Lui irradia tanta speranza, tanta gioia e amore. Il poco tempo, ogni momento che mi è stato concesso con lui, io l’ho sempre abbreviato. Se mi venivano accordati cinque minuti, me ne prendevo uno solo perché sapevo che lui aveva molto da condividere anche con tante altre persone. Una cosa che ho notato sin dall’inizio è il suo amore per i bambini. Ho visto persone in fila, persone molto ricche, probabilmente molto gradevoli, ma con regali immensi, regali d’oro, con le mani protese con bei doni. E invece che cosa lo attirava? Il sorriso di un bambino. Sono queste le cose che mi hanno colpito di lui. E mi ha dato grande consolazione che un uomo dotato di tanta semplicità e di una visione così ampia fosse qui con noi, nel mondo.

Nel 2018 ha scritto il bellissimo testo di These Are The Words, una canzone per il documentario di Wim Wenders. Quali sono secondo lei le parole che hanno maggiormente caratterizzato questo pontificato? Quali resteranno?

Le parole che mi vengono in mente e che associo alla misericordia, all’umiltà, all’umanità, alla carità, alla speranza di Papa Francesco sono, credo, amore e compassione. E ci penso in questi giorni in cui ricorre l’ottantesimo anniversario della liberazione dal fascismo. Davvero sentiamo la sua mancanza, perché stiamo percependo di nuovo intorno a noi i terribili semi del fascismo, anche mentre celebriamo la libertà.
Forse, se ci penso, tra tutte le parole emerge “empatia”: lui sentiva quello che sentivano gli altri. Se un bambino piangeva, sentiva le lacrime di quel bambino. Se qualcuno provava gioia, lui provava quella gioia. Percepiva la gioia e la tristezza nelle Scritture. Senza empatia, l’umanità soffre.
Perdendo Papa Francesco, non lo perdiamo: se ne è andato, ma è andato oltre. E noi dobbiamo prendere le parole che gli erano care – amore, umiltà, compassione –, accettarle, credere ad esse nel nostro cuore e cercare, come alcuni nostri grandi maestri, di imitare Cristo, di imitare Francesco. Perché se li imitiamo siamo molto più vicini a Dio.
Piango insieme alla gente, però sono anche molto felice che abbiamo avuto Francesco tra noi e che abbiamo ancora le sue parole. Dobbiamo tenerle vicino al nostro cuore.

 



Dal sito Vatican News

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