Il superiore generale dei gesuiti in una lettera di cordoglio per la morte del Pontefice: con noi confratelli “insisteva sempre sull’importanza di riservare uno spazio sufficiente nella nostra vita-missione alla preghiera e all’attenzione all’esperienza spirituale”. Costante e discreta l’attenzione alla Compagnia, invitata a lasciarsi “commuovere dal Signore inchiodato alla croce”
Antonella Palermo – Città del Vaticano
La Compagnia di Gesù partecipa al dolore per la fine della vita terrena di Papa Francesco. Lo fa con profondo sentimento e con la serenità che nasce dalla ferma speranza nella risurrezione attraverso la quale il Signore Gesù ci ha aperto la porta alla piena partecipazione alla vita di Dio. Così padre Arturo Sosa SJ, superiore generale dei gesuiti, in una lettera inviata oggi a tutti i confratelli nel mondo e pubblicata sul sito della Curia generalizia.
Ha guidato la Chiesa secondo il Vaticano II
“La sua partenza ci turba – scrive padre Sosa -, eppure un profondo senso di gratitudine sgorga spontaneo dai nostri cuori”. “Papa Francesco ha saputo guidare la Chiesa durante il suo pontificato, in comunione e continuità con i suoi predecessori nello sforzo di mettere in pratica lo spirito e gli orientamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II”, sottolinea mentre si ricorda l’attenzione con cui il Papa ha saouto guardare ai fatti del mondo “per offrire una parola di speranza a tutti”.
Le sue encicliche Laudato Si’ e Fratelli tutti vengono considerate straordinarie perché “rivelano non solo una lucida analisi dello stato dell’umanità, ma, alla luce del Vangelo, offrono anche modi per eliminare le cause di tanta ingiustizia e per promuovere la riconciliazione”. Sosa mette in risalto il dialogo “tra gli uni e gli altri, tra rivali politici o tra religioni e culture” che con Francesco è stata “la via per continuare a proporre la pace e la stabilità sociale, per creare ambienti di comprensione reciproca, di cura reciproca e di sostegno solidale”. E ancora viene espressa ammirazione per la sua instancabile attività, “mentre proponeva iniziative o si univa a quelle di altri, sempre convinto del valore della parola e dell’incontro”. In primis, sta a cuore la “costante preoccupazione per la pace di fronte all’intolleranza e alle guerre che minacciano la convivenza internazionale e generano sofferenze indicibili tra i più indifesi, l’empatia del suo cuore con l’immenso flusso di sfollati in tutto il mondo, specialmente quelli costretti a rischiare la vita attraversando il Mediterraneo”.
Camminare insieme, vescovo e popolo, in fraternità
Camminare insieme, vescovo e popolo, su un cammino di fraternità, amore, fiducia e speranza, e la centralità della preghiera, sono per il padre generale dei gesuiti le coordinate essenziali del Magistero di Francesco. La preoccupazione per la sinodalità come dimensione costitutiva dell’essere Chiesa ne è un esempio. Sosa rimarca quell’invito ricorrente e instancabile: “Non dimenticate di pregare per me”.
Poi un ricordo più personale: “Quando si rivolgeva a noi, suoi confratelli gesuiti, insisteva sempre sull’importanza di riservare uno spazio sufficiente nella nostra vita-missione alla preghiera e all’attenzione all’esperienza spirituale”, racconta Sosa nella lettera di oggi ricordando che senza questo atteggiamento di preghiera le altre preferenze apostoliche della Compagnia “non porteranno frutto”, raccomandava il Pontefice. “Ha ribadito così l’esortazione fatta nell’incontro con i membri della 36ª Congregazione Generale (24 ottobre 2016), quando ha insistito fortemente sulla necessità di chiedere costantemente consolazione, lasciandoci commuovere dal Signore inchiodato alla croce che ci muove al servizio di tanti crocifissi nel mondo di oggi. In quell’occasione, ci ha fatto notare qualcosa che possiamo considerare un elemento essenziale della nostra identità”.
L’attenzione discreta e costante alla Compagnia
Il richiamo alla gioia che viene dal Crocifisso-Risorto e dal suo Vangelo, attraverso il quale viene proclamata questa consolante notizia, è stato una costante del pontificato di Papa Francesco, ribadisce infine il generale dei gesuiti. “Non è un caso che molti dei suoi documenti magisteriali, a partire dall’esortazione apostolica Evangelii Gaudium che ha dato il tono al suo pontificato, abbiano addirittura nel titolo questo riferimento alla gioia profonda che per lui era qualcosa di irrinunciabile”. L’attenzione di Papa Francesco alla Compagnia di Gesù è stata “discreta e costante”. Le parole di padre Sosa si concludono con l’invito ad accompagnare Papa Francesco nel suo incontro definitivo “con il Dio dell’amore incondizionato e della misericordia infinita”, fiduciosi che il Signore stia accogliendo il suo Servo fedele al banchetto del cielo e mossi dal suo esempio, rinnoviamo il nostro desiderio e il nostro impegno a seguire Gesù povero e umile e a servire la sua Chiesa”.