Continua ad aggravarsi la crisi nella capitale Port-au-Prince, in balia delle violenze delle bande criminali. Giovedì l’assalto di uomini armati all’emittente radio televisiva Rtcv. E l’Onu denuncia un nuovo record nel numero degli sfollati
Federico Azzaro – Città del Vaticano
La capitale di Haiti Port-au-Prince continua a sprofondare nel caos. Un gruppo di uomini armati ha dato alle fiamme giovedì uno storico edificio della capitale haitiana, la sede dell’emittente Radio Télévision del Caribe (Rtcv). L’attacco si inserisce in una spirale di violenza che sta devastando il Paese caraibico e che ha prodotto decine di migliaia di sfollati.
Un assalto mirato alla libertà di stampa
Dietro l’ultima azione criminale vi sarebbe l’alleanza delle gang “Viv Ansanm”, che ha intensificato le proprie attività violente da quando le forze di sicurezza governative hanno iniziato a contrastarle anche con l’uso di droni esplosivi. Le voci sulla presunta morte del capo della gang, Jimmy Cherizier alias “Barbecue”, avrebbero ulteriormente alimentato la tensione. Fantz Duval, caporedattore presso Rtcv, in un post su X ha sottolineato la drammaticità della situazione a Port-au-Prince. “Altre istituzioni stanno scomparendo. Stiamo perdendo la nostra storia”.
L’allarme di Reporter Senza Frontiere
L’insicurezza dilagante ad Haiti continua a mietere vittime tra i professionisti dell’informazione. Lo scorso dicembre, due giornalisti erano stati brutalmente uccisi durante una conferenza stampa convocata per annunciare la riapertura del più grande ospedale pubblico di Haiti. L’attacco si inserisce in un contesto di crescente violenza, con bande criminali altamente armate e ben finanziate che hanno ormai preso il controllo di gran parte della capitale. Il governo di Haiti, da tempo in difficoltà nel contenere l’avanzata di questi gruppi, ha promesso una risposta decisa. “Sono in corso misure rafforzate per proteggere i media presi di mira dai criminali e garantire la sicurezza dei popolazione”, ha dichiarato il governo in una nota ufficiale. Il direttore per l’America Latina di Reporter Senza Frontiere, Artur Romeu, ha condannato l’attacco, definendolo “un ennesimo tentativo di intimidire i giornalisti attraverso il terrore e la distruzione, con l’obiettivo di mettere a tacere una delle voci più influenti”. Romeu ha sottolineato come l’episodio testimoni l’estrema precarietà in cui operano i giornalisti haitiani, costantemente minacciati mentre cercano di riportare la verità.
L’Onu e le cifre della crisi
Un rapporto delle Nazioni Unite evidenzia la drammaticità della crisi ad Haiti, che ha registrato un’ulteriore escalation nelle ultime settimane. Nel 2024 sono state uccise almeno 5.626 persone, un incremento significativo rispetto all’anno precedente. A queste si aggiungono 2.213 feriti e 1.494 vittime di rapimenti. L’Onu stima che oltre 40.000 persone siano state costrette a evacuare le proprie abitazioni solamente nelle ultime tre settimane. L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) segnala che solo tra il 14 febbraio e il 5 marzo il numero degli sfollati ha raggiunto livelli mai visti prima. Una crisi senza precedenti che sta mettendo in ginocchio la popolazione.
L’intervento umanitario ostacolato dalla violenza
Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario Generale dell’Onu, ha dichiarato che le operazioni umanitarie stanno incontrando enormi difficoltà a causa dei rischi per la sicurezza e della carenza di risorse. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha) ha evidenziato che la scarsità di fondi sta aggravando le condizioni dei campi per sfollati, spesso situati in zone di combattimento attivo. L’Onu ha lanciato un piano di risposta umanitaria da 908 milioni di dollari, ma ad oggi risulta finanziato solo per il 5%, con appena 46,5 milioni di dollari disponibili. Dujarric ha quindi esortato la comunità internazionale a garantire immediatamente più risorse per affrontare l’emergenza.