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Nuova luce nella Basilica di San Pietro, presentati gli ultimi restauri


La Fabbrica di San Pietro ha curato la riqualificazione illuminotecnica della necropoli, delle sale archeologiche e delle grotte vaticane e l’intervento sui monumenti di Papa Paolo III e di Urbano VIII. Sul fronte della sicurezza, introdotto un nuovo piano di esodo realizzato dal Corpo dei vigili del fuoco italiano, d’intesa con il Comando dei vigili del fuoco del governatorato dello Stato della Città del Vaticano

Eugenio Murrali – Città del Vaticano

Un restauro che dà nuova luce non solo agli ambienti e ai monumenti ma illumina anche la storia, l’arte, la spiritualità e favorisce la conservazione. “La Fabbrica di San Pietro proverbialmente non si ferma mai e cerca di ricambiare la fede e l’amore dei pellegrini e dei visitatori che entrano in Basilica”, ha dichiarato durante la conferenza di presentazione, nella sala stampa vaticana, il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica papale di San Pietro, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro, che ha curato le operazioni di conservazione e innovazione.

Il cardinale Gambetti sugli ultimi restauri della Basilica di San Pietro

Gesti di luce e memoria

“Nel cuore del Giubileo della speranza, il restauro dei monumenti funebri dei Pontefici Paolo III e Urbano VIII, così come la nuova illuminazione della necropoli e delle grotte vaticane, si rivelano gesti di luce e memoria, che accompagnano e accompagneranno sempre più il pellegrino in un’esperienza di bellezza, contemplazione e fede”, ha affermato il cardinale. Non un mero percorso artistico, quindi, ma un attraversamento che è preghiera. Ha poi spiegato l’arciprete della Basilica vaticana: “Vogliamo offrire un’immersione nella storia e l’esperienza profonda del sacro. Vedremo gli spazi archeologici come li hanno visti i primi cristiani, i Papi di secoli addietro, nello splendore di chiaroscuri che rimandano alla luce delle fiaccole che illuminarono la nascita della Chiesa e la nostra strada”.

Un dettaglio del monumento di Paolo III

Un dettaglio del monumento di Paolo III

E in una Basilica che ordinariamente accoglie 12 milioni di visitatori ogni anno, probabilmente il doppio in questo Giubileo, anche il nuovo piano di esodo, progetto che potrà diventare un riferimento, è “espressione concreta della sollecitudine pastorale che si prende cura del benessere di ogni visitatore”. Il card. Gambetti, concludendo, ha citato il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2025: “Sollecitati da Papa Francesco a essere ‘artigiani di speranza e restauratori di un’umanità spesso distratta e infelice’, consideriamo questi lavori non solo come necessari interventi tecnici, ma come segni di una Chiesa viva, accogliente e attenta alle cose di Dio, agli uomini e alle donne del nostro tempo assetati di amore, di pace e di gioia, assetati di una spiritualità autentica”.

L’ingegner Capitanucci parla dei restauri della Basilica di San Pietro

Una trilogia della luce

Gli interventi compiuti sui monumenti sepolcrali, quello a Urbano VIII di Gian Lorenzo Bernini e quello a Paolo III di Guglielmo della Porta,  completano una “trilogia della luce”, come l’ha definita l’ingegnere Alberto Capitanucci, responsabile dell’area tecnica e beni culturali della Fabbrica di San Pietro. A proposito dell’intervento, spiega: “A me piace ricordarlo come il terzo atto di una trilogia, che comincia con il baldacchino, passa dal monumento della Cattedra e arriva ai due monumenti  funebri”. L’idea è di tornare a una luce emozionale, che non solo fa vedere, ma è in sé espressione. E la luce è quella “propria” dei monumenti restaurati: “Se pensate al baldacchino, alla Cattedra e ai due monumenti, i tratteggi d’oro sono in realtà dei segni di luce, di orientamento, di accento”.  

Un viaggio nella Storia

Il restauro è anche un viaggio nella storia. L’ultimo intervento di illuminazione della necropoli risaliva al Giubileo del 2000. Precisa il professor Pietro Zander, responsabile della sezione necropoli e beni artistici della Fabbrica di San Pietro: “C’è una storia della luce anche negli scavi vaticani, che si concludono con il Giubileo del 1950. All’epoca c’erano le lampadine a bulbo, poi sono arrivati i neon, quindi , nel 1998, le lampade alogene, oggi la nuova tecnologia”. Le luci a led utilizzate rispettano il sito, il delicato microclima, con il suo equilibrio di temperatura e umidità. Luci regolabili nel calore e nella potenza così da diventare ottimali “non soltanto per il godimento degli scavi vaticani, ma anche per la conservazione”. Aggiunge lo studioso: “È la luce stessa che accompagna il pellegrino e il visitatore in questo percorso che porta alla tomba di San Pietro”. C’è anche un’attenzione didattica, perché l’accesso agli scavi diventa “una sorta di scala del tempo, dove ogni gradino rappresenta settant’anni nella nostra Storia. Dai nostri giorni, fino al 64, anno del martirio dell’apostolo Pietro”. Sui monumenti funebri osserva: “Ai lati della Cattedra di Pietro ammiriamo i sepolcri dei Papi Paolo III e Urbano VIII il cui restauro, dopo tre mesi d’intenso lavoro, si è felicemente concluso nella giornata di ieri. Sono posti, non per caso, l’uno di fronte all’altro. Paolo III Farnese, il Papa che chiamò Michelangelo alla Fabbrica di San Pietro, è infatti colui che ha avviato a conclusione la costruzione della grande basilica che, centoventi anni dopo la posa della prima pietra, fu solennemente consacrata il 18 novembre 1626 da papa Urbano VIII Barberini, che nel suo monumento sepolcrale ha ritrovato oggi il suo antico splendore”. 

Il sostegno dei benefattori

Gli interventi godono del sostegno economico di diversi benefattori, i Cavalieri di Colombo – intervenuti per la Necropoli – e il Safavi Philantropic Institute – intervenuto per le Grotte Vaticane e Sir Harold Hood’s Charitable per il sepolcro di Papa Urbano VIII. Il progetto illuminotecnico della Necropoli, delle Sale archeologiche e delle Grotte Vaticane è stato realizzato da Osram – Zumtobel con la collaborazione dell’architetto Alessandra Reggiani, mentre l’impiantistico è a cura di Drisaldi Associati e l’installazione di Chiocci Impianti. Per l’implementazione dell’illuminazione della Necropoli, l’azienda austriaca Zumtobel ha contribuito a realizzare una soluzione di alta qualità basata su tecnologie di assoluta avanguardia. Fondamentali anche le offerte di fedeli e visitatori.



Dal sito Vatican News

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