La Commissione interamericana per i diritti umani lancia l’allarme per gli abusi fisici e psicologici perpetrati, nel Paese dell’America centrale, nei confronti di persone private della libertà. La richiesta al governo di mettere fine alla persecuzione contro oppositori politici e attivisti per la difesa dei diritti umani
L’Osservatore Romano
Percosse, isolamento prolungato, privazione del sonno, scosse elettriche. Nelle carceri del Nicaragua si continuano a consumare quelle che la Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh) — organismo autonomo dell’Organizzazione degli Stati Americani — con una denuncia pubblica e dettagliata definisce gravi violazioni nei confronti delle persone private della libertà. Dopo aver raccolto le testimonianze di alcune delle 135 persone, esiliate in Guatemala, il 5 settembre 2024, tra le quali anche laici della Chiesa cattolica e missionari, la Cidh ha tracciato un quadro drammatico: condizioni di detenzione deplorevoli, mancanza di accesso all’acqua potabile, cibo insufficiente e di scarsa qualità, interrogatori costanti, assistenza medica negligente.
La Cidh segnala anche che nel Paese dell’America centrale, almeno 36 persone continuano ad essere incarcerate illegalmente, e chiede con forza al governo nicaraguense il rilascio immediato di tutte le persone private arbitrariamente della libertà e la cessazione della persecuzione contro oppositori politici e attivisti per la difesa dei diritti umani. Un appello è stato rivolto anche alla comunità internazionale affinché fornisca protezione e sostegno a coloro i quali abbandonano la nazione dopo essere stati ingiustamente imprigionati.