Al via la seconda giornata di lavori al summit sulla sicurezza. Irritazione del governo tedesco e dei vertici europei per le critiche dal vice presidente Usa al sistema democratico del Vecchio continente. Oggi previsto un nuovo intervento del presidente ucraino Zelensky, dopo il bilaterale con Vance
Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano
Al via la seconda giornata della Conferenza di Monaco sulla sicurezza. L’apertura dei lavori è affidata all’intervento del cancelliere tedesco Olaf Scholz, dal quale ci si aspetta una risposta alle dichiarazioni rilasciate ieri dal vicepresidente degli Stati Uniti, James David Vance, particolarmente critico nei confronti della democrazia europea. A seguire è atteso un nuovo intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che sempre ieri a margine del summit ha avuto un bilaterale con la nuova amministrazione americana. Intanto, sempre nella capitale della Baviera è iniziata la riunione dei ministri degli esteri del G7.
L’irritazione per gli attacchi Usa
“La minaccia che più mi preoccupa nei confronti dell’Europa non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno, ma la minaccia interna, il ritiro dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d’America”. Nel suo primo discorso internazionale Vance ha attaccato duramente le istituzioni europee su diversi fronti quali: l’immigrazione, la libertà di parola e l’esclusione dell’estrema destra dalla scena politica. L’intervento di Vance ha lasciato attoniti molti dei leader convenuti alla Conferenza, ed ha allargato il divario che attualmente esiste tra la politica di Donald Trump e quella dell’Unione europea.
L’attacco alla leadership tedesca
Il vice presidente Usa ha destato, inoltre, il risentimento di Berlino con le critiche volte anche agli organizzatori della Conferenza di Monaco, per aver impedito al partito di estrema destra tedesco, Afd, di intervenire all’evento. “Non dobbiamo essere d’accordo… ma è nostro dovere almeno partecipare al dialogo con loro. La democrazia si basa sul sacro principio che la voce del popolo conta, non c’è spazio per cordoni sanitari”, ha detto Vance. L’attuale governo tedesco, ha visto in queste parole un’eccessiva ingerenza e il tentativo di influenzare il voto, in vista delle elezioni che si terranno il prossimo 23 febbraio in Germania.
L’incontro con Zelensky
Vance ha poi incontrato il presidente ucraino Zelensky, in virtù dei possibili negoziati di pace tra Russia e Ucraina, discussi in una recente telefonata tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e quello russo Vladimir Putin, ma non sembra sia emerso granché. Un incontro interlocutorio dunque, dove Vance non ha reso noto il modo in cui gli Stati Uniti sarebbero pronti a mediare o ad intervenire. Al termine del bilaterale il vice di Donald Trump, si è limitato a sottolineare che il suo Paese “vuole lavorare per la fine della guerra in corso” e per ottenere una “pace ragionevole e duratura”. Zelensky dal canto ha ringraziato gli Stati Uniti, ma ha altresì evidenziato l’importanza per l’Ucraina di ottenere “garanzie reali di sicurezza” e che c’è ancora molto da fare per preparare un piano per fermare Putin”. I due interlocutori avevano, comunquem espresso posizioni ben definite negli interventi tenuti poche ore prima durante la conferenza. Se JD Vance aveva fatto dichiarazioni vaghe sul futuro dei negoziati, Zelensky invece era stato chiaro nel ribadire che le condizioni essenziali per il suo Paese: l’ingresso nella NATO, la partecipazione alle trattative anche dell’Unione Europea, e la ferma volontà di non riconoscere i territori occupati dell’Ucraina come parte della Russia.