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Migranti, rientrati a Brindisi quattro dei sedici condotti in Albania


A chi è stato riportato in Italia mancavano i requisiti necessari per poter essere accolti nell’hot spot albanese di Shengjin, dove mercoledì 16 ottobre sono state consegnate le persone arrivate con la nave della Marina militare

Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano

Si sono dichiarati minorenni, in due, mentre gli altri due, persone vulnerabili, non sono risultati idonei durante i controlli, per questo anziché in 16, all’hotspot di Schengjin ne sono arrivati solo 12, per gli altri quattro è stato disposto il rientro il Italia. I due minorenni saranno inseriti in progetti, gli altri due si ritroveranno nel centro Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (Cara) di Restinco, tra Brindisi a Mesagne. L’accordo prevedeva, infatti, che nei centri di accoglienza venissero portati migranti maschi adulti, soccorsi dalle navi delle autorità italiane, ritenuti “non vulnerabili” e provenienti da “Paesi sicuri”, ossia dove, secondo il governo italiano, vengono rispettati l’ordinamento democratico e i diritti delle persone.

 

L’arrivo della nave Libra

I restanti dodici dovrebbero essere trasferiti in un Centro di prima accoglienza per i migranti che chiedono asilo, da 880 posti, o in un Centro di prima accoglienza e rimpatrio da 144 posti, dove verranno destinati quelli, la cui richiesta di asilo verrà respinta. La nave Libra, giunta ieri mattina in Albania, è stata la prima con a bordo i migranti da trasferire nel Centro di prima accoglienza, nell’ambito dell’accordo tra il governo italiano e quello albanese, con l’obiettivo di decongestionare gli Hot spot italiani e scoraggiare altri migranti a cercare di raggiungere via mare l’Italia.

Le proteste in Albania

Davanti al porto di Shengjin, un gruppo di giovani attivisti albanesi è arrivato da Tirana per protestare contro l’accordo italo – albanese. I manifestanti hanno esposto uno striscione con la scritta in inglese “The European dream ends here”. Una delle attiviste, ha sottolineato che il motivo delle contestazioni è la violazione dei diritti umani, affermando che “sia Rama che Meloni non sono stati trasparenti sull’accordo, che rischia di diventare un pericoloso precedente per l’Europa”.



Dal sito Vatican News

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