A tu per tu con Tiziano Monti, atleta plurimedagliato di handbike, che racconta il dramma della perdita degli arti inferiori in un incidente del 2018 e la rinascita dopo l’incontro fortuito con il campione bolognese: volevo farla finita, lui ha rivoluzionato il mio essere uomo
Giampaolo Mattei – Città del Vaticano
«I supereroi esistono! Ne ho incontrato uno che mi ha cambiato la vita: il suo nome è Alex Zanardi. Me lo sono trovato davanti all’improvviso — i supereroi fanno così, no? — quando si è aperta la porta dell’ascensore del Centro protesi di Budrio. Il mio supereroe, con le armi del sorriso e di un entusiasmo contagioso, ha capovolto la mia disperazione per le gambe amputate. Alex il supereroe mi ha detto: “Vieni a correre con me!”. Ed eccomi qui!».
Tiziano Monti — nato a Tarquinia nel 1988 — non fa nulla per nascondere l’emozione che diventa lacrime nel ricordo dell’«incontro-scontro» (lo definisce proprio così), il 28 maggio 2019, con Alex Zanardi (vero e proprio mito dello sport non solo paralimpico, ora alle prese con una complessa riabilitazione dopo il grave incidente del 19 giugno 2020).
«Avevo perso la speranza nella vita» ricorda Tiziano. Non immaginava di poterla riaccendere con lo sport. «Il 6 ottobre 2018 un grave incidente stradale, con la mia auto, mi ha portato via le gambe e si è spento tutto: per me sembrava proprio finita».
«Con Alex mi sono quasi “scontrato” davanti all’ascensore: non era un appuntamento programmato. Oppure, forse, l’appuntamento lo avevo io con la scintilla che ha rivoluzionato il mio essere uomo, prima ancora che atleta, e mi ha fatto ripartire». Per dirla proprio con lo Zanardi-pilota, «si è rimessa in moto la vita e… a tutta!».
Per Tiziano non si aperta solo la porta dell’ascensore, si è spalancata la porta della vita: e a rischiare di chiuderla è stato proprio l’incidente. «Mi sono ritrovato senza gambe, in un letto di ospedale. Pesavo 48 chili. Onestamente la crisi ce l’ho avuta!» racconta. «“La vita non è finita, la vita cambia” è diventato il mio mantra». Per «ricominciare» lo sport è stato decisivo. «Ho sempre giocato a calcio, qualche campionato a livello dilettantisico nella categoria eccellenza come difensore centrale, niente di che». Ma è stato quel generatore di speranza che è Zanardi a suggerirgli un nuovo sport: la handbike. «Quando ho fatto i primi metri e ho sentito l’aria in faccia mi sono commosso e ho capito che era il mio riscatto».
Sostenuto da Obiettivo 3 — il team fondato nel 2017 da Zanardi — Tiziano ha vinto titoli italiani, è entrato a far parte della nazionale di handbike, ha partecipato a mondiali, gare di coppa del mondo e punta alle Paralimpiadi di Los Angeles 2028. Niente male per uno che in bici aveva fatto «solo passeggiate con gli amici». Non fa mistero «che i primi metri in handbike, per quanto emozionanti, sono stati terribili! Non pensavo di farcela! Ricordo la vicinanza di Athletica Vaticana nella mia prima gara, 10 km sul lungomare di Tarquinia, praticamente a casa mia».
Mentre arrancava in quella prima “uscita ufficiale” — la fatica sulla handbike è tanta — il pensiero è nuovamente andato al supereroe: «Zanardi è un uomo di successo, ha fatto il pilota anche in Formula 1, è famoso: diciamocelo, avrebbe potuto godersi una ricca pensione. Invece si è rimesso in gioco e in uno sport molto duro, ricominciando da zero. Con passione e umiltà. L’ho visto passare ore a sistemare — con le sue doti di meccanico affinate coi bolidi — le handbike di tutti: stringere bulloni, regolare ruote, oliare cambi».
Cosa hai imparato da Zanardi? «Con i fatti — oltre che con le parole che lui ha sempre maneggiato molto bene — mi sono reso conto che, anche senza gambe, la vita va sfruttata al 110 per 100, cercando di puntare tutto sulla parte del corpo “rimasta”! Ho capito che anch’io potevo rimboccarmi le maniche e non piangermi addosso, tirami su da terra e ripartire… molto più forte di prima!».
E non l’ha fatto da solo. Al “motore-Alex” si è aggiunto anche il team Obiettivo 3 con Pierino Dainese e la Restart sport academy. A mettere il carburante ci ha pensato la famiglia: in particolare Cristina. «Aspettiamo un figlio, nascerà tra sei mesi» confida Tiziano.
«Senza gambe ogni giorno è una vera impresa» fa presente. «Ma nell’ambito dello sport paralimpico ricevo un’energia incalcolabile da tanti ragazzi che, come me, si sono trovati su una sedia a rotelle ma hanno avuto il coraggio, la tenacia, di rimettersi in gioco». Del resto, riconosce, ci sono due alternative: «O ti butti sul divano e ti fai commiserare oppure riprendi in mano la vita per ripartire e lo sport — oltre al lavoro, sono in una azienda di elisoccorso — è un fattore potentissimo».
In fin dei conti, prosegue, «sono un uomo fortunato perché posso competere con atleti di livello assoluto nelle manifestazioni internazionali». Ma non è finita qui: «Oggi ho l’onore e l’onere di utilizzare il mezzo — un “guscio” di 900 grammi in carbonio — che Alex aveva concepito e aiutato a costruire, nei laboratori Dallara, per le Olimpiadi di Tokyo. Sento un brivido per questa preziosa eredità: ho la consapevolezza dell’impegno di rilanciare i valori della sua straordinaria esperienza di vita, quasi come in una staffetta».
Già, la staffetta. Il 19 giugno 2020 Alex e Tiziano avrebbero dovuto scambiarsi — tra Montalcino, Tarquinia e Fregene — il testimone di “Obiettivo tricolore”, la grande staffetta pensata, come simbolo di ripartenza dopo il lockdown per uno sport inclusivo e capace di essere “motore di riscatto”, proprio da Zanardi con un coraggioso “giro” in handbike attraverso l’Italia. Ma al traguardo Alex non è arrivato, per il terribile incidente, sulla statale 146, a Pienza. Mancavano circa 20 chilometri al passaggio del testimone.
«Stavamo aspettando Alex e i ciclisti che erano con lui: avrebbe dovuto essere una festa, poi ecco la drammatica notizia…» ricorda Tiziano. La questione era «cosa fare: proseguire la staffetta nonostante il grave incidente? Oppure fermarsi? È stata proprio la famiglia Zanardi a volere che il viaggio di “Obiettivo tricolore’” continuasse, simbolo della vita che lotta e non si arrende».
E così ecco Tiziano protagonista della staffetta: «Il testimone che stava portando Alex Zanardi non è rimasto per terra nell’incidente. Lo abbiamo raccolto. La staffetta attraverso l’Italia è proseguita il giorno dopo, con due frazioni: da Montalcino a Tarquinia e poi da Tarquinia a Fregene». Ad accompagnare Tiziano anche i ciclisti di Athletica Vaticana, che hanno ripetuto questa esperienza sportiva di fraternità negli anni successivi (con un indimenticabile arrivo ad Assisi nel 2022).
Qualche giorno prima, a maggio 2020, Zanardi era stato tra i primi ad aderire a We Run Together – l’asta solidale sostenuta da Papa Francesco per il personale degli ospedali di Bergamo e Brescia, su iniziativa delle Fiamme Gialle e di Athletica Vaticana — donando il body indossato per vincere la medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016. E sempre in quei giorni del 2020 aveva anche scritto la prefazione al libro “Mettersi in gioco”, un’antologia di pensieri del Papa sullo sport pubblicata dalla Libreria editrice vaticana: l’ultimo testo a sua firma prima dell’incidente.
Papa Francesco, dunque. Tiziano lo ha incontrato due volte con la comunità sportiva di Athletica Vaticana, donandogli anche la maglia della staffetta: «Mi ha detto: mi raccomando, forza e vai avanti!». E poi «la lettera del Papa ad Alex, pubblicata su La Gazzetta dello sport, è come fosse rivolta personalmente a ciascuno di noi».
Scuote la testa, Tiziano: «Ho una tenace speranza. Poter dire io ad Alex: “Vieni a correre come me”. Le stesse parole che mi ha rivolto 6 anni fa, con quell’accento romagnolo. A lui parlerei in romanaccio e in un abbraccio. Sì, prima o poi glielo dirò: “Alex, ce vieni a corre con me?”».
Oggi l’obiettivo di Tiziano non è solo legato allo sport: «Vorrei poter essere anch’io “un incontro” importante per qualcuno che sta vivendo un momento di difficoltà, perché possa realizzare il suo sogno». E già lo sta facendo, insegnando a guidare la handbike, in pista e su strada, alla sedicenne Sara Vargetto, atleta paralimpica di Athletica Vaticana. Insomma, Tiziano aspirante supereroe. Proprio come Alex Zanardi.