di Chicco Bianchessi
Di ritorno dal lungo ponte di Pasqua e del 25 aprile, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha inviato una nuova circolare alle scuole italiane. Un documento che da un lato chiede maggiore severità sulla condotta, dall’altro introduce una linea più morbida su compiti e verifiche. Una doppia manovra che sembra destinata a cambiare, almeno in parte, il quotidiano di studenti e professori.
La stretta sulla condotta è netta: se il voto in comportamento scende sotto il 9, nemmeno gli studenti più brillanti potranno ambire al massimo dei crediti scolastici, con il rischio concreto di compromettere il tanto desiderato 100 alla Maturità. Una misura che, specie tra i ragazzi più grandi, è stata vissuta quasi come uno schiaffo.
Ma accanto al rigore sulla disciplina, arriva una carezza. Il ministro raccomanda ai docenti di usare «mano morbida» nell’assegnazione dei compiti a casa, soprattutto in occasione delle festività. E chiede anche un maggiore coordinamento nella programmazione delle verifiche per evitare che gli studenti siano travolti da carichi eccessivi concentrati in pochi giorni. «È importante – scrive Valditara – che la programmazione delle verifiche, così come l’assegnazione di compiti, siano pianificate accuratamente da ciascun insegnante, tenendo conto di quanto definito dagli altri docenti del consiglio di classe».
In particolare, si invita a evitare la prassi – già rara, a dire il vero – di assegnare compiti caricandoli sul registro elettronico la sera per il giorno dopo, una mancanza di buon senso che non dovrebbe trovare spazio nell’organizzazione scolastica. Va detto che in molte scuole il sistema delle verifiche programmate, sia scritte sia orali, è ormai prassi consolidata.
Valditara torna anche su un suo cavallo di battaglia: il ritorno all’uso del diario cartaceo. Non si tratta solo di un vezzo nostalgico, ma di un invito a coltivare la manualità e l’autonomia. Il ministro raccomanda che la notazione dei compiti avvenga non solo sul registro elettronico ma anche sul diario personale degli studenti, specie nel primo ciclo di istruzione ma non solo. Secondo Valditara, questa pratica «potrà consentire una crescente autonomia da parte degli alunni nella gestione dei propri impegni scolastici, rendendo la consegna delle attività da svolgere a casa parte integrante della lezione stessa».
Un richiamo alla tradizione scolastica che, pur nella modernità degli strumenti digitali, non ha mai del tutto abbandonato le aule. E che oggi il ministro rilancia con forza, nella convinzione che alcune buone abitudini del passato possano ancora insegnare molto alle nuove generazioni.