Nevianonline.it
Sito ufficiale della Parrocchia Matrice San Michele Arcangelo. Neviano Lecce.

Ma si può vivere con un pitbull in casa?

La bimba di nove mesi sbranata ad Acerra mentre dormiva nel lettone è solo l’ultimo dei drammatici casi di attacco a persone registrati negli ultimi tempi da parte di american pitbull terrier, i cani comunemente chiamati pitbull. Episodi che colpiscono per la gravità delle conseguenze ma anche per la mancanza di misure di prevenzione: basti pensare che in Italia oggi l’obbligo del patentino, strumento utile per l’acquisizione di consapevolezza e di competenza da parte dei proprietari, non è previsto per alcuna razza. Un vuoto di regolamentazione che nei casi citati rischia di mandare sul banco degli imputati i soli animali, per altro selezionati dall’uomo stesso proprio per raggiungere caratteristiche potenzialmente pericolose. «I pitbull sono muscolosi e agili, aggressivi e tenaci perché sono stati utilizzati prima come animali da lavoro poi da combattimento», spiega Raimondo Colangeli, veterinario comportamentalista dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi). Non a caso pit in inglese significa “arena” e l’inclinazione, tramandata dalla genetica, si concretizza ancora oggi in una forte potenza di morso e in uno spiccato istinto predatorio. 
Le caratteristiche fisiche ed etologiche degli esemplari non bastano però a spiegare gli episodi contro gli umani. «I cani non impazziscono all’improvviso: i casi di aggressività idiopatica sono rarissimi, e altrettanto poco frequenti sono i tumori al cervello. La questione va affrontata a partire dalla corretta gestione dell’animale: prima di prendere con sé un esemplare occorre informarsi sui suoi bisogni verificandone la compatibilità con la propria situazione personale», osserva Daniela Borghi, presidente dell’Associazione professionale nazionale educatori cinofili (Apnec), che assieme all’Organizzazione internazionale protezione animali Oipa promuove colloqui gratuiti di scelta consapevole. «I pitbull, ad esempio, necessitano di uscite regolari e, legandosi molto ai proprietari, non vanno lasciati da soli a lungo». Concorda Colangeli: «Con loro è indispensabile una robusta educazione sin dalla nascita, puntando all’autocontrollo del morso e un’ampia socializzazione con altri cani e umani».
Per i bambini, sì sa, i benefici del crescere con un pet sono tanti. Ma ciò non toglie che proprio i più piccoli siano spesso vittime di aggressioni. «I movimenti veloci o altri gesti inconsapevoli come il tirare la coda possono far scattare negli animali un’aggressività difensiva: per questo in presenza di cani i bambini vanno sempre sorvegliati». E se del cane in questione non si conoscono la storia e l’educazione, la prudenza deve essere massima: sia esso un pitbull o un esemplare di altre razze attenzionate come amstaff, american bully o rottweiler, come anche di un meticcio. Oggi in diversi Stati europei come Francia, Svizzera, Croazia, Germania, Spagna, Regno Unito, la razza pitbull è messa al bando o soggetta a restrizioni. Anche in Italia lo è stata, dal 2006 al 2009, quando il Ministero della Salute aveva previsto una lista di 17 razze canine ritenute pericolose per l’uomo, poi abolita. A complicare la situazione nel nostro Paese c’è poi il non riconoscimento della razza, che significa assenza di controlli sugli incroci e impossibilità di puntare sui soggetti più equilibrati. Intanto, alcune regole valgono già per tutti ed è bene ricordarle: i proprietari devono portare i cani al guinzaglio e avere sempre con sé la museruola, da far indossare sui mezzi di trasporto o dove richiesto nei luoghi pubblici.





Dal sito Famiglia Cristiana

Visualizzazioni: 0
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito web usa i cookies per migliorare la vostra esperienza di navigazione. Daremo per scontato che tu sia d'accordo, ma puoi annullare l'iscrizione se lo desideri. Accetto Leggi altro

Privacy & Cookies Policy