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«M. Il Figlio del Secolo» e il tabù dell’antifascismo per Trump: Ecco perché la serie è bloccata negli USA


La serie televisiva «M. Il Figlio del Secolo», tratta dal romanzo bestseller di Antonio Scurati, ha riscosso grande attenzione per il suo ritratto audace e dettagliato di Benito Mussolini e dell’ascesa del fascismo in Italia. Tuttavia, nonostante le recensioni entusiaste e il plauso della critica, la serie non ha ancora trovato un distributore negli Stati Uniti. Secondo il regista Joe Wright, questa difficoltà è indicativa di un’industria cinematografica americana che, sebbene politicamente impegnata a livello individuale, tende ad evitare contenuti considerati troppo controversi.


Un ritratto di Mussolini e i suoi inquietanti parallelismi con il presente

La serie, interpretata da Luca Marinelli nei panni di Mussolini, evidenzia come la presa del potere del dittatore non fosse inevitabile, ma frutto di una serie di scelte e compromessi da parte di diversi attori politici. Wright sottolinea che uno degli obiettivi della serie è proprio quello di mettere in guardia contro il ripetersi di simili dinamiche nella politica contemporanea.

Il regista ha dichiarato di aver voluto accentuare la rilevanza attuale della storia, e alcuni elementi dello show richiamano esplicitamente il panorama politico odierno. Ad esempio, Mussolini, in un momento della serie, pronuncia la frase «Make Italy Great Again», un riferimento evidente al famoso slogan di Donald Trump. Secondo Wright, le similitudini tra Mussolini e Trump sono molteplici, in particolare l’uso della retorica populista, il disprezzo per le istituzioni democratiche e l’abilità di manipolare il consenso popolare.

La Hollywood di oggi e la paura del dibattito politico

  

 

Nonostante il forte potenziale di «M. Il Figlio del Secolo», nessun network o piattaforma streaming statunitense ha deciso di acquistarne i diritti di distribuzione. Wright ha rivelato che una grande compagnia di streaming, pur apprezzando il prodotto, ha ritenuto il contenuto «troppo controverso». Questo solleva un interrogativo preoccupante: quando l’antifascismo è diventato un argomento scomodo per il mercato americano?

L’industria cinematografica statunitense, pur avendo personalità molto impegnate politicamente, preferisce evitare progetti che potrebbero generare polemiche. Il timore di alienare una parte del pubblico, in particolare quella vicina alle posizioni dell’ex presidente Trump, sembra aver giocato un ruolo decisivo nella mancata acquisizione della serie.

A tal proposito, Wright ha dichiarato al Financial Times: «C’è stato uno streamer che ha detto: ‘Amiamo lo show… Tuttavia, è un po’ troppo controverso per noi’. Aspettate un attimo, quando l’antifascismo è diventato controverso? Questo mi ha davvero scioccato, perché i nostri nonni e bisnonni hanno combattuto per difenderci dal fascismo. Anche il loro sacrificio è diventato controverso»?


Una serie di forte impatto visivo e narrativo

Dal punto di vista stilistico, «M. Il Figlio del Secolo» si distingue per un’estetica innovativa e sperimentale, con scelte registiche che rompono gli schemi della narrazione storica tradizionale. Wright ha introdotto elementi moderni, come una colonna sonora techno e inserti in lingua inglese, proprio per rendere la storia più accessibile a un pubblico internazionale. Tuttavia, con l’elezione di Giorgia Meloni a Primo Ministro italiano, il regista ha deciso di mantenere interamente in italiano i dialoghi della serie, per garantire una maggiore comprensione da parte del pubblico italiano. «La mattina dopo la sua elezione, sono entrato in studio e ho detto: voglio che ogni singolo italiano capisca ogni singola parola» ha raccontato Wright al FT.

Il pericolo della rimozione storica

  

La difficoltà nel trovare una distribuzione americana non è solo un problema commerciale, ma anche culturale. Wright teme che, evitando di affrontare il passato, si finisca per ignorare le lezioni che esso può offrire. Mussolini, afferma il regista, è stato capace di sedurre non solo l’Italia, ma anche il resto del mondo. Allo stesso modo, il fascismo non si è mai definito con chiarezza, rimanendo un concetto fluido che cambia a seconda delle circostanze politiche.

In un’epoca in cui le democrazie si trovano sotto pressione e le tendenze autoritarie riemergono in diverse parti del mondo, «M. Il Figlio del Secolo» offre uno sguardo prezioso su come i regimi possano prendere piede. La mancata distribuzione negli Stati Uniti solleva domande importanti su quanto l’industria dell’intrattenimento sia disposta ad affrontare questi temi, e su quanto il pubblico sia pronto a confrontarsi con la storia per evitare che si ripeta.





Dal sito Famiglia Cristiana

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