In occasione della attribuzione oggi del Nobel per la letteratura alla scrittrice sud coreana Han Kang pubblichiamo la recensione che comparve lo scorso gennaio su Famiglia cristiana del suo romanzo L’ora di greco (Adelphi)l.
A Seoul, la capitale della Corea del Sud, avviene l’incontro tra due solitudini, due sensibilità, due persone alla ricerca di un senso profondo della vita che riscatti le loro storie e i loro limiti. Sono un uomo e una donna. Lei ha deciso di frequentare un corso di greco antico per ritrovare la parola: da tempo, infatti, non parla più, i vocaboli non prendono forma dalla sua bocca, le restano chiusi dentro. Lo stesso fenomeno le era accaduto vent’anni prima quando, sedicenne, all’improvviso era diventata afasica. Esito paradossale o forse logico per una ragazza che aveva sempre mostrato un’attitudine, o meglio un’ossessione, per il linguaggio. Allora era stata una parola francese a “risvegliarla”, questa volta coltiva la speranza che sia il greco antico… L’insegnante del corso di greco è un uomo che, dopo diversi anni trascorsi in Germania, è tornato in patria. Il resto della famiglia è rimasto all’estero, lui invece ha voluto tornare, forse perché non aveva mai smesso di sentirsi straniero, forse perché la consapevolezza dell’impossibilità di padroneggiare pienamente la nuova lingua gli impediva di sentirsi bene. Di nuovo nella sua Seoul, il docente deve però fare i conti con una progressiva ma inesorabile perdita della vista. I destini di questo uomo e questa donna non possono non intrecciarsi, anche se all’inizio tra i due non mancano le incomprensioni. Di fronte a un’alunna che mai interviene in classe e che non interagisce con gli altri, il professore ipotizza che sia sordomuta. E a sua volta lei coglie in quell’uomo particolari che agli altri sfuggono. Mentre una serie di flashback traccia il loro passato, i due personaggi faranno dei piccoli passi l’uno verso l’altra… L’ora di greco di Han Kang è un romanzo raffinato, per palati fini, che attraverso una scrittura tesa a dare voce ai più piccoli movimenti spirituali racconta il faticoso incontro fra due anime ferite, segnate da situazioni diverse ma con lo stesso dolore profondo nascosto in fondo al cuore. Un romanzo in cui l’azione è quasi tutta interiore, in questo senso altamente “religioso”, capace di cogliere tutte le sfumature invisibili a uno sguardo esteriore. Un libro da assaporare frase dopo frase, senza fretta.