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L’Onu sblocca 110 milioni di dollari per l’assistenza umanitaria

Le Nazioni Unite stanziano fondi per rafforzare l’assistenza salvavita in 10 delle crisi più sotto finanziate e trascurate del mondo, tra Africa, Asia, e America Latina. L’Onu ritiene che servano almeno 45 miliardi di dollari per ottemperare ai bisogni umanitari di 185 milioni di persone nei Paesi più vulnerabili. La denuncia dell’ufficio Onu per gli affari umanitari: “Ad oggi è stato ricevuto solo il 5% di questi finanziamenti lasciando un deficit di oltre 42 miliardi di dollari”

Federico Azzaro – Città del Vaticano

Le agenzie umanitarie si mobilitano a sostegno dei Paesi più vulnerabili e a rischio emergenza umanitaria. Anche l’Onu questa mattina ha preso posizione al riguardo, comunicando di aver sbloccato 110 milioni di dollari (prelevati dal suo Fondo di emergenza, Cerf) con l’obiettivo è quello di arginare il repentino calo degli aiuti umanitari in tutto il mondo. Una decisione innescata innanzitutto dall’inversione di tendenza impressa dall’amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. 

La risposta dell’Onu

Oggi, in conferenza stampa a Ginevra, il sotto segretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza, Tom Fletcher, ha spiegato che “i fondi rilasciati rafforzeranno anche la risposta umanitaria in Afghanistan, Repubblica Centrafricana, Honduras, Mauritania, Niger, Somalia, Venezuela e Zambia”. Questi soldi – ha aggiunto – devono essere utilizzati anche per proteggere le popolazioni più vulnerabili agli shock climatici.

Il “minimo storico” degli aiuti

Nel 2025 si stima che più di 300 milioni di persone dipenderanno dagli aiuti umanitari. “Ma i finanziamenti diminuiscono ogni anno”, ha sottolineato il rappresentante dell’Onu osservando che, a causa sopratutto dal taglio annunciato dagli Usa, si prevede che quest’anno scenderanno a un “minimo storico”. L’Onu ritiene che servano almeno 45 miliardi di dollari per ottemperare ai bisogni umanitari di 185 milioni di persone che vivono nei Paesi più vulnerabili. “Ad oggi è stato ricevuto solo il 5% di questi finanziamenti – ha affermato Fletcher – lasciando un deficit di oltre 42 miliardi di dollari”. 

Gli aiuti al Sudan 

Circa un terzo dei finanziamenti sbloccati attraverso il Cerf, verrà destinato al Sudan lacerato da quasi due anni di guerra civile. Un Paese che affronta una crisi umanitarie e una delle più grandi crisi degli sfollati al mondo. Destinatario dei fondi sarà anche il vicino Ciad, che ospita quasi un milione di sfollati sudanesi fuggiti dai combattimenti esplosi 15 aprile del 2023.



Dal sito Vatican News

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