Le università hanno un comitato etico. Anche l’Università Roma Tre ha un comitato etico, cui non manca la creatività e quindi si fa carico di varie proposte, per esempio laboratori.
Per esempio: «un progetto di ricerca con strumenti ludico-creativi per ascoltare e accogliere le storie di bambin e ragazz condotto da ricercator* e da un insegnante Montessori». L’abbiamo letto, ne è nato un polverone che al solito ha schierato le opinioni tra parrucconi e libertari.
Tra austeri succubi di tradizioni ipocrite e oppressive e progressisti fautori dei diritti a tutti i costi, anche quando derivano da desideri momentanei o indotti.
Ma vale la pena tornare sul fatto perché è sintomatico di un trend, nell’educazione, nella comunicazione, nell’antropologia, nella formazione di una mentalità.
Si può obiettare sulla pretesa che la natura ce la si possa scegliere. Si può obiettare sulla pretesa di indottrinare studenti e futuri educatori. Si può obiettare sulla pretesa di esercitare sui più piccoli (parliamo di bambini, al massimo preadolescenti, dai 5 ai 14 anni) a porsi dubbi identitari così profondi, radicali, astratti.
Perché forzare, a che scopo, l’idea che il sesso si può cambiare a piacimento? Sappiamo come. Cure ormonali sospette, rischiose. Interventi chirurgici irreversibili: perché la testa non si può cambiare, resta quella che la natura o il buon Dio ci hanno dato.
Avete mai visto un bambino trans? O è trans perché gioca una tantum con la sorella e le sue bambole? Perché prova le scarpe coi tacchi della mamma? I bambini trans non esistono e la loro psiche in formazione non va turbata.
Si può obiettare sulla pretesa di cambiare a colpi di asterischi la lingua italiana. Ma soprattutto si può e si deve obiettare sulla pretesa di utilizzare fondi pubblici per laboratori di questo tipo, in università pubbliche.
Dove la professoressa “Montessori” che doveva guidare il laboratorio era stata ingaggiata per altri scopi, contro le discriminazioni e l’odio tra gli adolescenti, su cui nessuno avrebbe mai obiettato.
Poi dicono che non esiste l’ideologia gender. Eccome, se esiste. A essere generosi, cova da decenni in una sbagliata estremizzazione del concetto di libertà; nella distorta concezione del diritto, che non è relativo ai desideri più svariati.
A pensar male si individuano interessi politici, economici, di lobby potenti. Invece «l’ideologia gender è uno sbaglio della mente umana… È una nefasta colonizzazione ideologica… Che annulla le differenze e rende tutto uguale…, mentre uomo e donna stanno in una feconda tensione… È il pericolo più brutto del nostro tempo».
Firmato, papa Francesco.