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L’équipe medica che ha in cura il Papa: “Il Pontefice sarà dimesso”

Il Papa sarà dimesso domani, domenica 23 marzo, al 38esimo giorno di ricovero. Un saluto, dopo l’Angelus, dal decimo piano, anche per accomiatarsi, ringraziando, la comunità del Gemelli che si è presa cura di lui. Torna a parlare l’équipe medica che ha in cura papa Francesco. Dopo il briefing dello scorso 21 febbraio, il professor Sergio Alfieri comincia la conferenza stampa con «la notizia che tutti state aspettando: domani il Papa è in dimissioni». E se è vero che occorreranno almeno due mesi di convalescenza e una riabilitazione per la parola, come per tutti coloro che hanno avuto la polmonite, il Pontefice è in condizioni di ritornare a Santa Marta in sicurezza. Nessun presidio medico particolare dentro Santa Marta, ha spiegato Luigi Carbone, vicedirettore della direzione Sanità igiene dello Stato della Città del Vaticano e anche medico referente del Santo Padre, perché il Papa non ha bisogno di supporti speciali, ma solo dell’ossigeno che sarà gradualmente diminuito. In ogni caso all’interno della Città del Vaticano c’è sempre un presidio per le necessità della popolazione attivo 24 ore su 24.

Il professor Sergio Alfieri ha spiegato che il Papa non ha più la polmonite, ma ci vorrà un po’ di tempo perché i miceti e i virus siano completamente debellati. Al Pontefice l’équipe raccomanda di non affaticarsi e di limitare gli incontri. “Aiutiamolo anche noi”, ha sottolineato Alfieri chiedendo se, chi aveva in programma incontri con il Pontefice,ma ha l’influenza o qualcuno malato a casa, si astenga dall’incontrare il Papa.

In ogni caso, ha spiegato il professore Alfieri che ha guidato l’équipe medica, abbiamo deciso di dimetterlo perché “gli ulteriori progressi sono a casa propria, anche perché l’ospedale, anche se può sembrare strano dirlo, è il posto peggiore dove stare per fare la convalescenza, perché è il posto dove si prendono più infezioni”. L’umore del Papa è buono, ha ripreso a scherzare e ha ricomincniato ad alimentarsi progressivamente. “Dopo un brutto momento, entrando nella sua stanza gli abbiamo chiesto: “Come sta Santo Padre?” E lui ci ha risposto: “Sono vivo”. Lì abbiamo capito che si stava riprendendo”.





Dal sito Famiglia Cristiana

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