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Le Chiese d’Europa in Vaticano per rafforzare strategie e reti anti-abusi


Al via da oggi fino al 15 novembre, il summit promosso dalla Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori per rafforzare la Rete Europea implementata dopo la conferenza del 2021 a Varsavia. Presenti circa cento partecipanti da 25 Paesi. Il cardinale O’Malley: “Dobbiamo mostrare una forte leadership nell’intraprendere azioni necessarie per prevenire qualsiasi abuso”. Il vescovo Ali Herrera: “Servono azioni e cambiamenti concreti, a nessuno servono belle parole che restano su fogli immobili”

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

A due settimane dalla pubblicazione del primo Rapporto annuale sugli abusi e a tre anni dalla Conferenza sulla salvaguardia dei bambini e degli adulti vulnerabili per le Chiese dell’Europa centrorientale di Varsavia, cento partecipanti tra vescovi, sacerdoti, suore e religiosi, laici e laiche, alcuni anche vittime e sopravvissuti, provenienti da 25 Paesi europei si sono riuniti in Vaticano, da oggi 13 novembre fino a venerdì 15, per una Conferenza internazionale sulla Tutela. L’evento, pensato per i leader della Chiesa e gli ‘addetti ai lavori’ di tutto il continente, è promosso dalla Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e si svolge nella sede dell’organismo, Palazzo Maffei Marescotti.

La Conferenza di Varsavia del 2021

È il secondo – come detto – appuntamento del genere dopo la conferenza organizzata insieme all’episcopato polacco nel settembre 2021 a Varsavia, che ha visto la partecipazione di rappresentanti di episcopati e ordini religiosi e professionisti laici (tra cui anche psicoterapeuti) da 17 Paesi. Gli obiettivi perseguiti allora, nei tre giorni di testimonianze, confronti e riflessioni presieduti dal cardinale Sean O’Malley, presidente di Tutela Minorum, e l’allora presidente della Conferenza Episcopale polacca, Stanisław Gądecki, erano stati quelli di consolidare prevenzione, denuncia e attuazione delle procedure, poi esaminare le risposte alla crisi degli abusi da parte di diverse chiese e anche creare un network per una più stretta collaborazione. Era nata infatti la ECO Network che ha riunito delegati e professionisti della salvaguardia di Chiese particolari dall’Atlantico agli Urali. In questi anni, spiega la coordinatrice Ewa Kusz, membro di Tutela Minorum, tramite webinar ci sono stati diversi incontri e condivisione di esperienze.

Alcuni dei partecipanti alla Conferenza a Palazzo Maffei Marescotti

Alcuni dei partecipanti alla Conferenza a Palazzo Maffei Marescotti

Ampia partecipazione da tutto il continente

Con la tre giorni in Vaticano avviata oggi si vuole di fatto irrobustire e ampliare la Rete Europea così da condividere le best practices nella missione di protezione dei bambini e dei vulnerabili. La mappa dei Paesi da cui provengono i diversi partecipanti lo dimostra chiaramente: Albania, Austria, Bielorussia, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Repubblica Ceca, Regno Unito, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ucraina (dalla Chiesa greco-cattolica e dalla Chiesa romano-cattolica). Alla conferenza prenderanno parte anche funzionari del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, rappresentanti dell’Unione Internazionale dei Superiori Generali (UISG), dell’Unione delle Conferenze Europee dei Superiori Maggiori (UCESM) e della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (COMECE).

O’Malley: i bambini al centro della nostra fede 

La sessione di lavori si è aperta questa mattina con un messaggio di Papa Francesco e un videomessaggio da Boston del cardinale O’Malley che ha subito sottolineato come «la nostra missione di servizio è rafforzata dalla presenza e dalla partecipazione di vittime e sopravvissuti, grazie per i vostri contributi per aiutare a guidare le conversazioni e le deliberazioni». Guardando all’Europa, depositaria di un patrimonio di culture, lingue, etnie e religioni, il cardinale ha espresso la speranza che proprio queste diversità unite «possano contribuire ai nostri sforzi per riparare il danno causato ai bambini, ora adulti, attraverso gli abusi nella Chiesa cattolica e per creare una cultura in cui i bambini e le loro famiglie possano imparare e abbracciare l’amore di Cristo con la certezza che saranno protetti dagli abusi». «I bambini sono al centro della nostra fede; dobbiamo dare loro voce e ascoltarli. Dobbiamo anche ascoltare e rispondere a coloro che sono stati danneggiati, guidando sempre con cura e compassione», ha aggiunto O’Malley. «Dobbiamo seguire il giusto processo nell’indagare sulle accuse e dobbiamo mostrare una forte leadership nell’intraprendere le azioni necessarie per prevenire il più possibile qualsiasi abuso».

La sessione d'apertura della Conferenza sulla safeguarding delle Chiese d'Europa

La sessione d’apertura della Conferenza sulla safeguarding delle Chiese d’Europa

Ali Herrera: tessere reti di Bene

Al videomessaggio del presidente di Tutela Minorum, è seguito il discorso “programmatico” del segretario, il vescovo Luis Manuel Alí Herrera, il quale ha puntato il focus su «azioni concrete e cambiamenti effettivi», perché «a nessuno servono bellissime parole che poi rimangono su fogli immobili: non servono alle vittime e ai sopravvissuti» e «nemmeno a coloro i quali sono impegnati nella protezione di minori e persone vulnerabili o nell’accoglienza di chi è stato ferito, in quanto ne viene minata la credibilità stessa degli intenti e delle azioni». Monsignor Ali Herrera ha ricordato che al momento dell’iscrizione ognuno dei partecipanti è stato invitato ad esprimere la propria attesa e speranza sulla conferenza; proprio da queste risposte sono emersi tre temi fondamentali che identificano le varie aspettative: «Condividere esperienze, imparare, tessere reti». Questi saranno dunque gli obiettivi del summit, ha assicurato il segretario della Commissione, aggiungendo «un tema trasversale e antitetico all’abuso: tessere reti per il Bene. Nell’abuso – ha detto – la rete viene tesa e tessuta per perpetrare un danno, un crimine. Qui tenderemo e tesseremo reti robuste e condivise con l’obiettivo di rafforzarci nel contrastarlo e con l’obiettivo che non avvenga più».

Esperienze di diocesi e associazioni

Tra i vari interventi previsti nella Conferenza anche quello dell’arcivescovo John J. Kennedy, segretario della sezione disciplinare del Dicastero per la Dottrina della Fede, di Maud de Boer-Buquicchio, presidente del team che ha redatto il Rapporto annuale della Commissione, e Patricia Espinosa, coordinatrice dell’iniziativa Memorare, ovvero il progetto volto a implementare nel Global South centri per segnalazioni e assistenza, la formazione a livello locale, una rete di professionisti sulla tutela. I progetti di Memorare saranno presentati nelle sessioni plenarie insieme ad altre iniziative di diocesi e associazioni. Ad esempio, l’arcidiocesi di Madrid presenterà il Proyecto Repara per la cura delle vittime/sopravvissuti e la prevenzione, mentre la questione dei diritti del bambino sarà affrontata dall’Associazione per i diritti dei bambini in Ungheria. Sarà presentato uno studio di caso del Centro Giovanile Giovanni Paolo II come una buona esperienza di sviluppo della cultura della salvaguardia in Bosnia-Erzegovina oppure l’esperienza di salvaguardia della Chiesa in Germania, insieme al contributo della Chiesa in Belgio sull’approccio al riconoscimento e alla guarigione delle vittime.

La presentazione del Rapporto Annuale in Sala Stampa vaticana

La presentazione del Rapporto Annuale in Sala Stampa vaticana

“Spazio Sicuro”

Considerando che i partecipanti saranno coinvolti in una discussione di tre giorni sul tema dell’abuso e della prevenzione, la Commissione ha creato uno “Spazio Sicuro” per gestire potenziali situazioni di disagio, con strategie di auto-cura e l’assistenza di clinici esperti.



Dal sito Vatican News

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