Parla la signora Elisabetta Paciotti che con il figlio di allora 8 anni che incontrò Francesco al Corviale. Nella memoria di tutti la domanda al Pontefice del bambino preoccupato che il padre non credente, da poco scomparso, non fosse in Paradiso. La donna racconta di come quel giorno le parole del Pontefice hanno cambiato la vita del figlio. Ma quella visita ha contribuito anche al rilancio sociale che il quartiere romano sta vivendo dopo anni di degrado
Alessandro Guarasci – Città del Vaticano
Sono passati sette anni da quel 15 aprile 2018 quando Papa Francesco andò in visita al Corviale e fece commuovere migliaia e migliaia di persone incontrando il piccolo Emanuele, di allora 8 anni, che aveva da poco perso papà. Il ragazzo, piangendo, chiese al Pontefice se il genitore fosse in Paradiso, perché, pur avendolo fatto battezzare, era ateo. La risposta del Papa aprì il cuore di tutti: “Chi dice chi va in Cielo è Dio. Dio ha un cuore di papà. Dio era fiero di tuo papà”. A ricordare quei momenti è la madre di Emanuele, Elisabetta Paciotti, che confessa ai media vaticani: “Abbiamo raccolto tanta forza da quel giorno. Il Papa mi prese le mani e mi disse: lei ha un figlio bravo”.
L’abbraccio del Papa ha rasserenato Emanuele
Quel giorno ha segnato un punto fermo nella pur giovane vita di Emanuele, “perché ha potuto iniziare con il Credo a pregare a suo padre, con la convinzione e la sicurezza che il suo posto era vicino al nostro Signore – dice la signora Elisabetta, che ricorda quei momenti come se fosse oggi e parla con toni emozionati. Ora Emanuele ha 16 anni, frequenta la terza scientifico con indirizzo matematico, ed è attivo sia in parrocchia sia nel volontariato, tanto che si offre di fare ripetizioni gratuite alle ragazze e ai ragazzi di Corviale meno studiosi rispetto a lui”. La madre racconta che “nel corso degli anni ha riguardato spesso il video di quel giorno, perché quello che mi ha detto è che è stato l’abbraccio che lo ha rasserenato e lo ha salvato dalla tristezza e dal dolore più profondo. E questo non perché non soffrisse più per la mancanza del padre, ma aveva potuto cambiare la modalità di sofferenza della sua mancanza. Gli è stato tantissimo grato, infatti più di una volta ha detto io non posso dire altro a Papa Francesco se non grazie, grazie, grazie, grazie”.
Anche la visita di Papa Francesco sta contribuendo alla rinascita di Corviale
Ma quella visita dell’aprile 2018 cambiò un po’ tutto il quartiere. Il “serpentone”, la struttura principale di questa zona, è lungo chilometri. E da esempio di architettura brutalista anni ‘70, dove in poche centinaia di metri gli abitanti avrebbero dovuto avere tutti i servizi modificando quindi il concetto di quartiere dormitorio, Corviale è diventato sinonimo di degrado. Da una decina di anni, però, grazie ad associazioni e alla parrocchia locale, la zona sta conoscendo una stagione di rilancio, e anche la visita del Papa ha contribuito a questo. “All’epoca sapere che Papa Francesco veniva da noi ha dato proprio luce e speranza agli ultimi – spiega la signora Elisabetta – Qui ci sono persone che non si erano neanche mai avvicinate alla Chiesa, e dopo l’incontro con Papa Francesco adesso sono partecipi alle attività, sono collaborative ancora oggi. E vi dico che c’è stato un grande lutto a Corviale quando abbiamo avuto la notizia che il Pontefice era tornato alla casa del Padre”.
Grazie al Papa Emanuele ha superato le sue paure
Il cammino di Emanuele non si è fermato quel giorno, che comunque ha dato un’impronta diversa alla sua vita. E allora la signora Emanuela confessa che suo figlio “si porta dentro la conoscenza dell’amore, della gratitudine, di un atto che comunque sicuramente, come dice Emanuele, non era sicuro che potesse esserci”. In sostanza, la risposta del Papa è andata oltre, ed il ragazzo ha confessato alla madre che quel “non avere paura, prega il tuo papà” del Pontefice, era per dirgli di andare oltre ogni timore, “perché tutto ciò che è la tua convinzione sarà quello che è giusto fare”.