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Kirsty Coventry, le sfide della prima donna presidente del Cio

Lo Zimbabwe ha otto medaglie olimpiche nella sua storia, sette sono state portate da Kisrty Coventry, quattro nella vasca dei Giochi di Atene 2004 (oro nei 200 m dorso, argento nei 100 m dorso e bronzo nei 200 m misti), tre dall’impianto “a bolle” di Pechino 2008, (200 m dorso, argento nei 100 m dorso, nei 200 m misti e nei 400 m misti). Aveva vent’anni ad Atene, a meno di trecento chilometri da lì a Costa Navarino, con 49 voti su 97, è stata eletta a succedere a Thomas Bach (con lei nella foto) e il 23 giugno 2025 a 41 anni, si insedierà per un mandato di 8 anni come prima donna, dopo 131 anni, prima africana, nonché più giovane Presidente nella storia del Comitato olimpico internazionale.

Sostenuta come “erede” dal Presidente uscente Bach, ha ottenuto i voti necessari già alla prima tornata elettorale, un consenso in tempi rapidi, che ha stupito lei per prima che si è detta felice di aver sfondato un altro tetto di cristallo, cosa indubbiamente vera per un organo tendenzialmente legato alla tradizione e nell’immaginario connotato da una certa lentezza nel rinnovamento.

 


LA CARRIERA POLITICA E L’IMPEGNO PER IL NUOTO

Ministra dello sport nel Governo di Emmerson Mnangagwa, – che sta cercando di cambiare le regole per ottenere una possibilità terzo mandato, non previsto dalla Costituzione mentre il Paese, prima della scadenza del 2028 – Coventry, cognome chiaramente di origine britannica, appartiene alla minoranza bianca del Paese, al 98% abitato da persone di etnia bantu e connotato da pesanti diseguaglianze sociali.

Kirsty Coventry oltre ad aver dato lustro al Paese dalla vasca, ha ricoperto numerosi ruoli istituzionali nello sport, tra cui membro del CIO, presidente della Commissione Atleti del CIO, vicepresidente del Comitato Olimpico dello Zimbabwe e membro dell’Agenzia Mondiale Antidoping. Ha fondato la Kirsty Coventry Academy, un programma per l’apprendimento del nuoto non solo per reclutare nuovi talenti, ma soprattutto come fattore di sicurezza e prevenzione, per aiutare a ridurre le vittime di annegamento, una delle maggiori cause di morte tra i giovani africani. Sua anche l’organizzazione no-profit Heroes, che sostiene le comunità svantaggiate in Zimbabwe con iniziative dedicate ai giovani, alla salute e all’istruzione, con l’ambizione di espandersi in tutta l’Africa. I risultati sportivi hanno fatto di lei un idolo per il Paese tanto da essere soprannominata “il tesoro dello Zimbabwe”.

LA REAZIONE A CALDO

  

«Questo è un momento straordinario», ha commentato a caldo l’interessata, che ha sconfitto sette candidati, tra cui Sebastian Coe ex simbolo del mezzofondo britannico nonché attuale presidente della Federazione Internazionale di Atletica leggera, e Juan Antonio Samaranch Jr, spagnolo, figlio dell’omonimo che ha ricoperto la presidenza dal 1980 al 2001. «Da bambina – quando ha iniziato con il nuoto -, non avrei mai pensato che un giorno sarei stata qui, a dare il mio contributo a questo nostro incredibile movimento. Questo non è solo un grande onore, ma è anche un promemoria del mio impegno nei confronti di ognuno di voi: guiderò questa organizzazione con grande orgoglio, con i valori al centro. E renderò tutti voi molto, molto orgogliosi e, spero, estremamente fiduciosi nella decisione che avete preso oggi. Ora abbiamo un lavoro da svolgere insieme. Questa campagna è stata incredibile e ci ha reso migliori, ci ha reso un Movimento più forte».


le SFIDE SUL TAVOLO

Coventry eredita alcune criticità, prima delle quali la gestione degli atleti russi e bielorussi al momento abilitati a partecipare i Giochi senza inno né bandiera, per effetto delle sanzioni a seguito dell’invasione dell’Ucraina. I complimenti a Coventry certo interessati giunti dalle istituzioni Russia e l’auspicio di una politica sportiva «più indipendente» fanno pensare alla speranza in un cambio di rotta.

L’altra questione riguarda la diversa questione della regolamentazione dell’accesso alle competizioni degli atleti transgender e della definizione dei parametri riguardanti i casi come quello esploso a Parigi 2024 con la pugile algerina, anche per prevenire il rischio che possano verificarsi controversie nei momenti di massima esposizione con gravi costi emotivi e umani per le persone implicate.

Interpellata sulla prima questione e in particolare all’ordine esecutivo di Trump (la prossima Olimpiade estiva è assegnata a Los Angeles) a scuole, università e associazioni sportive di vietare l’accesso alle competizioni femminili, ha risposto: «Ci vorrà una comunicazione», ha risposto, «creeremo una task force che esaminerà la questione dei transgender e la protezione della categoria femminile.(…) E una volta che avremo preso la decisione collettivamente come CIO con le federazioni internazionali, quella decisione sarà resa molto chiara e non ci muoveremo da quella decisione».

Riguardo al doping e alla Wada di cui è stata componente, ha affermato: «A proposito di antidoping – ha detto la neo presidente -, da ex atleta olimpica ritengo: «importante che tutti siano sottoposti agli stessi standard. Questo avviene per i nostri atleti e dovrebbe avvenire per tutto il movimento. Su questo sarò irremovibile, è molto importante che sia così. Abbiamo del lavoro da fare per assicurarci che sia così. Tra i primi complimenti che ho ricevuto ci sono stati quelli del presidente, del vicepresidente e del direttore generale della Wada. Avremo un forte rapporto di lavoro». Anche questo è un tema complesso, soprattutto dopo la polemica che ha investito l’Agenzia mondiale antidoping sul caso dei nuotatori cinesi, e alcune regole sono in corso di riscrittura.

L’altra grande sfida del mandato Coventry sarà la sostenibilità dell’Olimpiade nel futuro: già oggi non c’è sempre la corsa a candidarsi e il rischio è sempre più che si facciano avanti Paesi, che in virtù delle loro finanze prospere, possano assicurare continuità all’evento, ma un po’ in deroga ai valori promuovendo casi di cosiddetto sportwashing. Nel corso del mandato si eleggerà sicuramente la sede del 2036, il 2032 è già assegnato a Brisbane.

Intanto una certezza c’è: Milano-Cortina 2026 sarà la prima olimpiade della storia ufficialmente aperta da una presidente.





Dal sito Famiglia Cristiana

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