Paesaggi di ogni angolo del mondo, ritratti di leggende della musica, scorci di natura con i segni della deturpazione dell’uomo, albe e tramonti, scatti di Charlene di Monaco il giorno del suo matrimonio con il Principe Alberto di Monaco: e poi la foto di una piuma bianca. Il legame tra Julian Lennon e suo padre John Lennon, che abbandonò lui che aveva quattro anni e sua madre Cynthia per un nuovo, travolgente amore, infliggendogli una ferita dura da rimarginare e che solo col tempo e un lungo lavoro è riuscito a risanare riconciliandosi con quel padre assente e ingombrante, ma di cui porta i segni: nel viso e nell’anima.
La mostra che apre l’8 aprile a Milano alla Galleria Still (aperta sino al 30 maggio) dal titolo La “Whispers too”, curata da Sandrina Bonetti Rubelli è una raccolta di fotografie di Julian Lennon, che esplorano con uno sguardo intenso l’intimo legame tra natura, responsabilità e umanità. Un invito a prendersi un tempo per la contemplazione, a restare in silenzio (Whinspers significa sussurri), a respirare, immergendosi in un percorso di contemplazione dell’uomo e del creato. Julian è un musicista, un regista, un fotografo, e un filantropo. E non è un caso che la sua Fondazione, impegnata nella salvaguardia dei popoli indigeni e dell’ambiente, si chiami White Fether, piuma bianca. «Non ricordo la circostanza precisa, non ho una buona memoria, per questo forse faccio il fotografo», spiega Julian Lennon all’inaugurazione della mostra, «ma un giorno mio padre mi disse che, se fosse morto, avrebbe fatto in modo di comunicare con me che ovunque fosse andava tutto bene mi sarebbe arrivato un messaggio sotto forma di una piuma bianca. Molto anni dopo mi trovavo in Australia per un tour musicale nell’hall di un albergo mi vennero incontro due anziani indigeni della tribù Mirning di Adelaide, che mi chiedevano di aiutarli a dar voce ai loro diritti e nel farlo mi consegnarono una piuma bianca. Era il messaggio che aspettavo».

Fotografo alle nozze del Principe Alberto e Charlene
Dopo aver vissuto a Los Angeles, Julian Lennon si innamorò del Principato di Monaco e decise di trasferirsi a vivere lì. Tramite un amico comune conobbe Il principe Alberto, e col tempo le loro fondazioni hanno collaborato a progetti comuni. Fu Charlene a chiedergli di fotografarla il giorno delle nozze, e una sezione della mostra (nonché la copertina del catalogo) è dedicata a questi scatti dove la bellezza della principessa è colta con delicatezza e attenzione alla sua anima sensibile e alla sua fragilità. La mostra, che prima di fare tappa a Milano era stata allestita a Venezia, continuerà poi il suo tour in Italia. Julian Lennon ha un legame particolare con il nostro paese: il secondo marito di sua madre, Roberto Bassanini, era italiano: «Non solo frequentavo la comunità italiana di Londra, ma durante le vacanze venivo qui a trovare i parenti di Roberto, per me più che un secondo padre è stato il fratello maggiore che non ho mai avuto. Ricordo Cortina, Pesaro, l’isola d’Elba e Foppolo, un comune in provincia di Bergamo».
«Con questa mostra», spiega la curatrice Sandrina Bonetti Rubelli «è come se l’artista invitasse i suoi ospiti a fare un viaggio all’interno del mondo che ritrae, con le sue imperfezioni, il caos, la forza, la bellezza, la solitudine, la contemplazione, l’immobilità e la fragilità, che si riflettono dietro di luiۚ.

Julian Lennon, un artista con una grande anima
Nato a Liverpool, in Inghilterra, Julian Lennon ha iniziato la sua carriera artistica in giovane età, grazie a un dono innato nel suonare strumenti musicali. Queste capacità si sono presto estese alle arti cinematografiche e visive. Osservatore della vita in tutte le sue forme, Julian ha sviluppato la sua espressione personale attraverso mezzi quali la musica, la realizzazione di documentari, la filantropia e la fotografia artistica.
La fusione musicale di Julian tra un’introspezione edificante e un commento sociale riflessivo ha dato vita a un’avvincente opera di sette album. Il suo debutto, Valotte (Atlantic), ha prodotto due hit da top ten – la title track e “Too Late for Goodbyes” – ed è stato anche nominato per un Grammy come miglior artista esordiente. In seguito ha ottenuto il primo posto nella classifica degli album rock negli Stati Uniti. A livello internazionale, una delle sue canzoni più popolari, “Saltwater”, ha avuto successo in tutto il mondo, raggiungendo la vetta in Australia per quattro settimane e la posizione numero 6 nel Regno Unito. Nel 2022, è tornato con l’album acclamato dalla critica, Jude (BMG), la sua prima uscita commerciale in oltre un decennio.
Il suo ingresso nel mondo della fotografia d’autore è iniziato nel 2010 con la sua prima mostra, “Timeless”, presso la Morrison Hotel Gallery di New York. Da allora ha esposto le sue opere in tutti gli Stati Uniti e in diversi Paesi del mondo, tra cui Belgio, Brasile, Inghilterra, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Italia, Giappone, Monaco, Portogallo, Turchia ed Emirati Arabi Uniti. Nel 2020 è stato il fotografo inaugurale delle prestigiose Aston Martin Residences di Miami. Nel 2021 ha collaborato con la General Public Art di Portia De Rossi per portare una collezione di sue fotografie al Restoration Hardware. Nel 2023 ha esposto pezzi importanti della sua collezione insieme all’acclamata artista Eva Claessens in una mostra congiunta, “From Nature with Love”, a Lisbona. Nel 2024 i due hanno presentato un’altra mostra congiunta, “She Said Yes”, alla Moretti Fine Art di Monaco.
Come autore di bestseller del New York Times, la trilogia di libri per bambini Touch the Earth di Julian educa i giovani lettori alle questioni ambientali attraverso i viaggi sull’areoplano Piuma Bianca. Come seguito di quella serie, nell’autunno del 2021 è tornato con The Morning Tribe, per lettori di livello medio. Il libro è ispirato al suo lavoro di difesa delle terre dei nativi. Nello stesso anno ha vinto il World Literacy Award per il suo significativo contributo alla promozione dell’alfabetizzazione. Nel 2024 Julian ha pubblicato il suo primo libro fotografico da tavolo intitolato “Life’s Fragile Moments”. Questa splendida raccolta presenta un insieme di immagini di grande impatto visivo che abbracciano oltre due decenni di vita, carriera, avventure e impegno filantropico di Lennon, riflettendo la sua creatività poliedrica e la sua innata curiosità.
Noto filantropo, Julian ha fondato la The White Feather Foundation nel 2007 per aiutare a preservare e proteggere le culture indigene. Da allora, l’organizzazione si è ampliata per aiutare progetti in tutto il mondo nei settori dell’istruzione, della salute, dell’acqua potabile e dell’ambiente. Nel 2015, in onore della madre scomparsa, ha lanciato la borsa di studio Cynthia Lennon per le ragazze. Dalla sua nascita, ha assegnato 75 borse di studio a ragazze svantaggiate in Africa, Regno Unito e Stati Uniti. Julian è stato nominato dall’UNESCO “Peace Laureate” nel 2020. È stato produttore esecutivo del pluripremiato documentario di Netflix Kiss the Ground (2020), sull’impatto positivo dell’agricoltura rigenerativa, e del suo seguito Common Ground (2023).