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“Ite ad Joseph”: San Giuseppe tra storia, devozione e attualità



la copertina di “Ite ad Joseph” (Ares edizioni)

di Riccardo Spera

Un padre che si prende cura di noi proprio come si è preso cura di Gesù e della Vergine Maria. Un padre di una grandezza umana e morale che commuove. Un padre che non ha avuto paura a rendere concreto il progetto divino annunciatogli in sogno dall’angelo…»: così descrive san Giuseppe Antida Pozzi, anziana catechista della diocesi milanese, che alla soglia degli 80 anni ha sentito il dovere di pubblicare un piccolo libro per dire il suo grazie al santo Falegname di Nazaret di cui il 19 marzo ricorre la Festa, per esortare noi tutti ad avere la stessa fiducia in lui, perché non andrà delusa, perché il padre putativo di Gesù affronta ogni cosa con fede, «una fede granitica», sempre «si fida di Dio e si mette all’opera». Il volumetto, prefato dal cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, contiene la storia, le devozioni di san Giuseppe coi commenti dei santi e le catechesi dei Papi – fra cui tutte quelle di Francesco – a lui dedicate. L’autrice lo ha intitolato Ite ad Joseph (Edizioni Ares, pp. 174, euro 14) e lo spiega così: «Ite ad Joseph, “andate da Giuseppe”: erano le parole con cui il faraone (Gn 41,55) ordinava agli egiziani, afflitti dalla carestia, di rivolgersi a Giuseppe, viceré d’Egitto e figlio del patriarca Giacobbe. “Andate da Giuseppe” sono le parole con cui la Chiesa, sin dai suoi inizi, dopo aver rivolto suppliche alla Vergine Maria, si rivolge all’altro Giuseppe, lo sposo della Madre di Dio e padre terreno di Gesù, Figlio di Dio. “Ite ad Joseph” sono le parole che si trovano nelle cappelle a lui dedicate. Ite ad Joseph, è padre di tenerezza: ci aiuterà! Ite ad Joseph», è uomo di speranza: non ci deluderà! Ite ad Joseph, per dare gloria a Dio». Un volume breve, ma infuocato, che induce il cardinale Zuppi a scrivere in Prefazione: «Ringrazio la sensibilità e la penna di Antida per la condivisione con i lettori della sua profonda devozione per san Giuseppe, aiutando a trovare le parole per le preghiere di intercessione. Ci offre un piccolo compendio per approfondire, con riferimenti puntuali e le meditazioni di papa Francesco, il significato della sua figura. Voleva essere un omaggio, umile e devoto, per aiutare tanti, come spiega l’autrice, che

“Hanno smarrito il senso vero della vita, gli angosciati, i tribolati, gli scoraggiati, chi è nella solitudine, nello sconforto, nella desolazione, nel pianto, nel bisogno, nella disperazione, chi non sa più come fare a risolvere i mille problemi di ogni giorno, chi non ce la fa più a portare la propria croce, chi è senza lavoro, senza casa, chi ha perso la fede, chi non è in pace con sé stesso, chi non riesce a ritrovare la propria dignità perduta, chi è privato della libertà personale, chi è schiavo del sesso, della droga, del potere, dell’egoismo, chi è schiavo di sé stesso, chi si sente abbandonato o oppresso, chi è malato, chi sta morendo, chi ha perso ogni speranza […]. Vorrei dire a tutti, proprio a tutti: «Ite ad Joseph!»”. Giuseppe è l’uomo che protegge e tutti sperimentiamo la fragilità della nostra vita, che spesso rimuoviamo, pensiamo sia aliena alla nostra condizione mentre in realtà ne è sempre parte. Tutti abbiamo bisogno di protezione e quando questa non c’è ci sentiamo abbandonati e senza valore. Giuseppe si mette a servizio. La sua grandezza è proprio questa: fare grandi gli altri, Maria e Gesù con il suo amore concreto. Prende con sé Maria, la custodisce dalla violenza di Erode, diventa straniero in Egitto.

Quanto è importante essere protetti nelle tante avversità della vita, nel proprio cammino spirituale e umano e quanto è possibile per tutti noi aiutare gli altri proprio come san Giuseppe che si è pensato per Maria e per Gesù. Ascoltando e mettendo in pratica la Parola di Dio non si è accontentato di non fare il male, ma ha scelto il di più dell’amore, facendo suo quello che non era suo. È il segreto dell’amore che non possiede e proprio per questo ama e si sente amato. Queste pagine ci aiutano a confidare nella sua dolce e forte protezione e simbolicamente a imparare a mettere anche noi, proprio come papa Francesco, sotto la sua protezione le tante richieste di aiuto speciale perché l’umile e silenzioso Santo di Nazareth interceda per noi. Ite ad Joseph per incontrare Gesù e per imparare a proteggere i suoi fratelli più piccoli e la nostra Madre Chiesa, alla quale siamo affidati, ma anche che ci è affidata e che possiamo prendere, come Giovanni, nella casa del nostro cuore».

 

 





Dal sito Famiglia Cristiana

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