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Influenza australiana. Abbiamo il vaccino, proteggiamoci!


Entriamo nel vivo dei malanni di stagione e da qualche giorno, per grandi e piccini, c’è la possibilità di vaccinarsi. I giornali battono titoli allarmanti su un’influenza che procurebbe danni al cervello. Cerchiamo di capirne di più con Tecla Mastronuzzi, medico di medicina generale e responsabile macroarea prevenzione Simg.

Partiamo dalle definizioni. Cos’è la H3N2?

«Il virus H3N2 è un virus influenzale del tipo A, non è un virus nuovo. È stato definito come responsabile “dell’Australiana” perché questo virus è apparso con una discreta frequenza nell’epidemia appena conclusa nell’emisfero opposto al nostro, in Australia appunto».

Qual è la situazione attuale/incidenza in termini di numeri in Italia?

«L’epidemia influenzale è solo ai blocchi di partenza, per adesso abbiamo registrato i primi casi. I primi casi di influenza non erano causati da H3N2 ma abbiamo numerose segnalazioni della presenza di questo virus in varie regioni italiane».

Quali sono i sintomi?

«Sono i sintomi tipici dell’influenza: febbre alta tra i 38 e i 40 gradi, brividi, mal di testa, dolori muscolari e ossei, sonnolenza, stanchezza e sudorazione. A questi si aggiungono talvolta naso che cola, congestione nasale, mal di gola, tosse secca e perdita di appetito».

Davvero può colpire il cervello?

«L’influenza è una malattia infettiva altamente contagiosa che causa un pesante sovraccarico per i servizi sanitari. Non è una malattia banale, è associata a numerose e pericolose complicanze e quelle neurologiche sono tra le più temibili. Si tratta di complicanze note e associate a tutti i virus influenzali non solo l’H3N2».

C’è un rischio in più per bambini e anziani?

«Sembra che H3N2 colpisca di più gli anziani e H1N1 circoli di più tra i bambini».


Tecla Mastronuzzi, medico di medicina generale e responsabile macroarea prevenzione Simg



Come affrontarla?
«Sicuramente abbiamo solidi strumenti per evitare il contagio. Il ministero della Salute ogni anno Pubblica delle indicazioni volte alla prevenzione e controllo dell’influenza. Innanzitutto la prevenzione inizia dai comportamenti personali: lavare regolarmente le mani, osservare una buona igiene respiratoria, restare a casa se si presentano sintomi attribuibili a malattie respiratorie febbrili, evitare il contatto stretto con persone con sintomatologia attribuibile all’influenza. Inoltre le mascherine chirurgiche indossate da persone con sintomatologia influenzale possono contribuire a ridurre le infezioni tra i contatti stretti. Ma questo ancora non è sufficiente, la maniera è più sicura ed efficace per proteggersi dall’incipiente epidemia influenzale è la vaccinazione antiinfluenzale, in questi giorni disponibile negli ambulatori di tutti i medici di famiglia».

È utile il vaccino antinfluenzale a cui ci stiamo sottoponendo in questi giorni?
«Certamente, il vaccino contiene ceppi vaccinali del tipo A H1N1 e H3N2 e nell’emisfero australe si è dimostrato efficace sia per limitare il contagio sia per contrastare lo sviluppo di forme clinicamente gravi».

Sarebbe utile tornare alle mascherine in situazioni di affollate o negli studi medici?
«Il Ministero ha ribadito che l’utilizzo di mascherine da parte di pazienti con patologia influenzale è in grado di ridurre la possibilità di contagio, ma certamente anche i pazienti fragili possono e devono proteggersi soprattutto in ambienti chiusi e affollati».

Una parola sul Covid. Qual è lo scenario attuale in termini di numeri e di sintomi? Vale la pena continuare il ciclo vaccinale?
«
Il Sars-CoV2 circola e continuerà a circolare. Nello scorso inverno la prima parte dell’epidemia stagionale è stata causata proprio dal Sars-CoV2. Il Covid19 continua ad essere una malattia potenzialmente grave nei pazienti con condizioni predisponenti, ma non dobbiamo pensare solo ai pazienti anziano e gravemente malati per altre patologie. In questi anni abbiamo capito che le categorie a rischio sono tante e a volte anche “insospettabili”, pensate ai pazienti con diabete mellito, oppure i pazienti con sovrappeso, oppure alle donne in gravidanza. Queste categorie vanno protette con le vaccinazioni. Abbiamo vaccini per il Sars-Cov2 sicuri ed efficaci nello scongiurare l’evoluzione verso forme clinicamente rilevanti e il nostro Ministero della Salute ha recentemente pubblicato le raccomandazioni per la campagna di vaccinazione autunnale/invernale 2024/2025 anti COVID-19. Si raccomanda la somministrazione del vaccino anticovid a tutti i pazienti con età pari o superiori a 60 anni e in una serie di condizioni di fragilità, che esporrebbero il paziente, in caso di COVID-19 ad un rilevante rischio di evoluzione verso forme di malattia grave. Proteggersi è veramente facile, perché non farlo?».

foto di copertina Istock





Dal sito Famiglia Cristiana

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