«Oltre 1500 attacchi, più di 1000 vittime e migliaia di persone costrette ad abbandonare la propria casa e la propria vita nel giro di poche ore. La situazione in Libano in appena due settimane è diventata drammatica e i bisogni umanitari crescono di giorno in giorno». A lanciare l’allarme è Coopi Cooperazione Internazionale, presente nel Paese dal 2013, che è subito intervenuta sul campo per soccorrere la popolazione. La situazione in Libano è rapidamente arrivata al collasso. «Intere famiglie hanno perso tutto e sono costrette a rifugiarsi in scuole e centri di accoglienza improvvisati. Chi può sta scappando, cercando rifugio nel Nord del Paese o in Siria», spiega da Beirut il coordinatore regionale per il Medio Oriente di COOPI, Matteo Crosetti. «La popolazione in fuga ha bisogno di ogni bene di prima necessità. Per questo in queste ore stiamo offrendo assistenza alle persone che, spaventate dai bombardamenti e in cerca di un luogo sicuro, si sono riversate nei rifugi pubblici».
Gli operatori umanitari di Coopi, in particolare, stanno lavorando nel centro di formazione professionale nel Governatorato di Saida e in due scuole a 16Km da Tripoli, adibiti a rifugi collettivi. «In pochi giorni abbiamo accolto più di 1000 persone a cui stiamo garantendo due pasti al giorno, grazie all’allestimento di due cucine mobili, ma il bisogno umanitario è enorme e per ampliare il nostro intervento abbiamo bisogno di aiuto», conclude Crosetti.
Per sostenere gli sforzi umanitari è stata attivata una raccolta fondi urgente. È possibile offrire un aiuto sul sito dona.coopi.org/emergenza-libano/.
Quello del Libano, purtroppo, è uno dei tanti scenari di conflitto che lacerano il mondo. Nel 2023 si sono clacolate 162mila vittime in 59 contesti di guerra che hanno coinvolto 34 Paesi. «Oltre alle guerre di cui si parla in televisione, nel mondo ci sono numerosi conflitti totalmente invisibili, emergenze di cui nessuno parla e che vedono migliaia di persone soffrire o addirittura morire senza che nessuno nel resto del mondo se ne accorga», ha dichiarato Ennio Miccoli, direttore di Coopi. «Spesso si tratta di donne e bambini: il 2023, secondo dati Onu, ha visto aumentare del 72% il numero totale di vittime tra i civili, raddoppiare quello delle donne e triplicare quello dei minori. Un bambino su 5 oggi vive o sta scappando da una zona di conflitto. È fondamentale che l’opinione pubblica e la comunità internazionale prestino maggiore attenzione alle crisi umanitarie, sostenendo la popolazione coinvolta con ogni mezzo necessario».
La Ong Coopi è nata a Milano nel 1965. Dall’anno della fondazione ha aiutato più di 125 milioni di persone, con più di 3.000 progetti in 74 Paesi, impiegando 5.400 operatori espatriati e più di 68.000 operatori locali. Oggi è presente in 33 Paesi di Africa, Medio Oriente, America Latina e Caraibi, con 239 progetti umanitari che raggiungono più di 7 milioni di persone.