Nel videomessaggio che accompagna le intenzioni di preghiera del mese di aprile, registrato prima del ricovero al Policlinico Gemelli, Francesco esorta ad usare gli strumenti tecnologici “per aiutare i poveri. Per migliorare la vita dei malati e delle persone diversamente abili”, per prendersi cura della casa comune, per incontrarci “come fratelli”, rispettando “la dignità delle persone” e affrontando “le crisi del nostro tempo”
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Guardare meno gli schermi e guardarsi di più negli occhi, per scoprire “ciò che conta davvero: siamo fratelli, sorelle, figli dello stesso Padre”. Lo suggerisce il Papa nel videomessaggio che accompagna l’intenzione di preghiera di aprile sull’uso delle nuove tecnologie, registrato prima del ricovero al Policlinico Gemelli. “Se trascorriamo più tempo con il cellulare che con le persone, qualcosa non va”, considera Francesco, sottolineando che “lo schermo ci fa dimenticare che dietro ci sono persone reali che respirano, ridono e piangono”. E allora se “è vero” che “la tecnologia è frutto dell’intelligenza che Dio ci ha donato”, “bisogna” però “usarla bene” è l’invito del Pontefice, “non può avvantaggiare solo alcuni, mentre altri restano esclusi”. La tecnologia va usata “per unire, non per dividere. Per aiutare i poveri. Per migliorare la vita dei malati e delle persone diversamente abili” e “per prenderci cura della nostra casa comune. Per incontrarci come fratelli”. Per questo il Papa, in questo mese, chiede di pregare “perché l’uso delle nuove tecnologie non sostituisca le relazioni umane, rispetti la dignità delle persone e aiuti ad affrontare le crisi del nostro tempo”. E la Rete Mondiale di Preghiera del Papa, Opera Pontificia, la cui missione è di mobilitare i cattolici attraverso la preghiera e l’azione di fronte alle sfide dell’umanità e della missione della Chiesa, ricorda che una delle condizioni necessarie per ottenere le indulgenze concesse in occasione del Giubileo è pregare proprio per le intenzioni del Sommo Pontefice, presentate ogni mese in un video diffuso sul Sito ufficiale Il Video del Papa e sui relativi canali social, e ancora sull’account X @Pontifex e la pagina Instagram @Franciscus.
I pericoli degli strumenti tecnologici
Il videomessaggio che, tradotto in 23 lingue, accompagna l’intenzione di preghiera di aprile è stato realizzato dalla Rete Mondiale di Preghiera, con l’aiuto di Coronation media e in collaborazione con il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Invita a riflettere sui rischi dell’utilizzo eccessivo degli strumenti tecnologici che possono sottrarre tempo alle relazioni interpersonali. Un altro rischio significativo è rappresentato dal cyberbullismo e dall’odio nei social media, e per tale motivo Francesco esorta a non dimenticare che dietro cellulari, tablet e pc “ci sono persone reali che respirano, ridono e piangono”. Per evitare, poi, che le disuguaglianze economiche, sociali, lavorative, educative e di altro tipo continuino ad aumentare, la tecnologia “non può avvantaggiare solo alcuni” escludendo altri, avverte il Papa, va messa al servizio dell’essere umano, va impiegata a beneficio di tutti, per aiutare i bisognosi, migliorare la vita dei malati e dei diversamente abili, promuovere la cultura dell’incontro e salvaguardare la Terra. Si tratta di fare in modo che le nuove tecnologie non allontanino dagli altri e dalla realtà. Per questo, nel suo videomessaggio, il Papa chiede di guardare “meno gli schermi” e di “guardarci di più negli occhi”, perché solo così si può comprendere che siamo tutti fratelli e agire di conseguenza.
Un approccio etico
Alle parole di Francesco fa eco il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano integrale: “Le nuove tecnologie – dice – sono un’importante risorsa e strumento al servizio della famiglia umana. Affinché possano servire al suo sviluppo, è necessario che il loro utilizzo sia orientato al rispetto della dignità e dei diritti fondamentali dell’uomo”. Il porporato esorta dunque a unirsi all’appello del Papa, “affinché il progresso digitale sia un dono per l’umanità, nel rispetto della dignità di ogni persona, della giustizia e del bene comune”. La necessità di un approccio etico alle nuove tecnologie è sottolineata anche da Coronation Media, la casa di produzione statunitense che ha collaborato al video delle intenzioni di preghiera del mese di aprile. “Coronation Media è orgogliosa di supportare ‘Il Video del Papa’, proseguendo il suo decennale servizio alla Chiesa Cattolica come studio pluripremiato di video e animazione”, affermano i co-fondatori Bill Phillips e Gary Gasse. “Questa collaborazione è una pietra miliare nel cammino quotidiano di Coronation, che cerca proprio di coniugare l’espressione autentica dell’essere umano con le nuove tecnologie e i media”. Il sostegno al messaggio del Papa che invita ad un uso responsabile delle tecnologie per Phillips e Gasse ha dato “ancora più forza” all’impegno della loro società di produzione video – specializzata in animazione, documentari e contenuti narrativi – “nell’uso etico delle nuove tecnologie per promuovere lo sviluppo umano”.
Gli effetti della tecnologia nelle nostre vite
Il direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, il gesuita padre Cristóbal Fones, rimarca che, nel video, “Papa Francesco desidera ricordarci che utilizzare responsabilmente la tecnologia significa metterla al servizio della persona umana e della creazione”, la quale “usata in questo modo” può diventare “anche un mezzo per dare gloria a Dio, poiché le nostre capacità e la nostra creatività provengono da Lui”. “Inoltre, l’uso etico delle nuove tecnologie contribuisce a prendersi cura della creazione – spiega il religioso -, a salvaguardare la dignità dell’essere umano e a migliorare la qualità della sua vita”. Come quando si facilita l’accesso a una vasta gamma di risorse educative online. E sono, poi, la telemedicina, le applicazioni dedicate alla salute e i nuovi strumenti diagnostici, quelle che migliorano la comunicazione e permettono di mantenere contatti in tutto il mondo e persino di lavorare in squadra nonostante le distanze, le tecnologie per il riciclo e le energie rinnovabili. Insomma, per padre Fones “la tecnologia può essere uno strumento potente per affrontare crisi globali come la povertà o il cambiamento climatico”. Ma per un uso etico è necessario guardare “gli altri con gli occhi del cuore, che instauriamo con loro relazioni fraterne, come ci invita a fare il Papa”. “Il rispetto per la dignità di ogni persona e il bene comune sono i principi guida nel discernere come utilizzare la tecnologia e a quale scopo”, aggiunge il religioso, specificando che “Papa Francesco ci esorta a sviluppare una coscienza critica sull’uso delle nuove tecnologie e sui loro effetti nella nostra vita e nella società. E ci incoraggia a fare e a promuovere un uso responsabile delle nuove tecnologie che favorisca lo sviluppo umano integrale di tutti, specialmente dei più svantaggiati”.