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Il Papa: «I carismi non sono capacità spettacolari»

Nonostante il freddo e la pioggia papa Francesco tiene la sua catechesi in piazza San Pietro. Continua a parlare dell’azione dello Spirito Santo concentrando il commento sul dono dei carismi. «Non sono capacità spettacolari», spiega il Pontefice, ma doni dati «a uno o ad alcuni» per «essere utili a tutti», quindi «non destinato principalmente e ordinariamente alla santificazione della persona, no, ma è destinato al “servizio” della comunità». Cita il Concilio che dice che «lo Spirito Santo dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi opere ed uffici, utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa, secondo quelle parole: A ciascuno…la manifestazione dello Spirito è data perché torni a comune vantaggio». I carismi, dunque sono come «“monili”, o gli ornamenti, che lo Spirito Santo distribuisce per rendere bella la Sposa di Cristo. Si capisce perché il testo conciliare termina con l’esortazione seguente: “E questi carismi”, dice, “sono straordinari o anche più semplici e più comuni, siccome sono soprattutto adattati e utili alle necessità della Chiesa, si devono accogliere con gratitudine e consolazione”».

Francesco, citando Benedetto XVI aggiunge che «Chi guarda alla storia dell’epoca post-conciliare può riconoscere la dinamica del vero rinnovamento, che ha spesso assunto forme inattese in movimenti pieni di vita e che rende quasi tangibili l’inesauribile vivacità della santa Chiesa». E spiega che «dobbiamo riscoprire i carismi perché questo fa sì che la promozione del laicato e in particolare della donna venga inteso non solo come un fatto istituzionale e sociologico, ma nella sua dimensione biblica e spirituale. I laici non sono gli ultimi, no, non sono una specie di collaboratori esterni o delle truppe ausiliari del clero, no, ma hanno dei carismi e dei doni propri con cui contribuire alla missione della Chiesa».

Poi sgombra il campo da un equivoco: «Quando si parla dei carismi», dice, «bisogna subito dissipare un equivoco: quello di identificarli con doti e capacità spettacolari e straordinarie; essi invece sono doni ordinari, ognuno di noi ha i suoi carismi che acquistano valore straordinario se ispirati dallo Spirito Santo e incarnati nelle situazioni della vita con amore. Una tale interpretazione del carisma è importante, perché molti cristiani, sentendo parlare dei carismi, sperimentano tristezza e delusione, in quanto sono convinti di non possederne nessuno e si sentono esclusi o cristiani di serie B. No, non ci sono cristiani di serie B, no ognuno ha il proprio carisma personale e anche comunitario». Inoltre i carismi non sono per se stessi, ma a servizio di tutti, come l’occhio che vede anche per la mano e per tutte le altre membra. «Ecco svelato il segreto per cui la carità è definita dall’Apostolo “la via migliore di tutte”», insiste Francesco: «Essa mi fa amare la Chiesa, mi fa amare la comunità in cui vivo e, nell’unità, tutti i carismi, non solo alcuni, sono “miei” così come i “miei” carismi, anche se sembrano poca cosa, i carismi sono di tutti e per il bene di tutti. La carità moltiplica i carismi; fa del carisma di una sola persona il carisma di tutti».





Dal sito Famiglia Cristiana

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