«Avrei voluto incontrarvi in occasione del vostro pellegrinaggio giubilare ed esprimere di persona a voi, Missionari della Misericordia, la mia gratitudine e il mio incoraggiamento».
È il messaggio che Papa Francesco, ancora in convalescenza a Santa Marta dopo il rientro dal Policlinico Gemelli, ha rivolto ai sacerdoti, circa 500, provenienti da tutto il mondo, che questo fine settimana celebrano il loro Giubileo in Vaticano.
Il testo del messaggio, datato 19 marzo, solennità di San Giuseppe, è firmato dal Policlinico Gemelli, ed è stato letto da monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, che sabato mattina ha presieduto la preghiera del Rosario presso la Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani insieme ai Missionari.
«Conversione e perdono – scrive il Papa nel messaggio ai sacerdoti dediti in particolare al sacramento della Confessione – sono le due carezze con le quali il Signore terge ogni lacrima dai nostri occhi; sono le mani con le quali la Chiesa abbraccia noi peccatori. Vi incoraggio perciò, nel vostro ministero di confessori, ad essere attenti nell’ascoltare, pronti nell’accogliere e costanti nell’accompagnare coloro che desiderano rinnovare la propria vita e ritornano al Signore», aggiunge Francesco, «con la sua misericordia, infatti, Dio ci trasforma interiormente, cambia il nostro cuore: il perdono del Signore è fonte di speranza, perché possiamo sempre contare su di Lui, in qualunque situazione. Dio si è fatto uomo per rivelare al mondo che non ci abbandona mai! Vi auguro un pellegrinaggio ricco di frutti e non dimenticatevi, per favore, di pregare per me».
Mentre prosegue la convalescenza a Santa Marta, il Pontefice continua a lavorare, sia pure in forma ridotta. Non sarà presente al Giubileo degli ammalati, domenica 6 aprile, quando la Messa in Piazza San Pietro sarà presieduta da monsignor Fisichella mentre per i riti della Settimana Santa e di Pasqua è ancora tutto da decidere sull’eventuale partecipazione, e in che forma, di Bergoglio.
Venerdì sera il Papa ha telefonato alla parrocchia di Gaza. «È sempre una benedizione e una grande allegria», ha commentato il parroco della Sacra Famiglia, padre Gabriel Romanelli. «Un nostro parrocchiano, una persona che viene qui sempre a pregare, gli aveva scritto una lettera molto bella esprimendo la nostra felicità per il fatto che era uscito dall’ospedale ed era tornato a San Pietro, assicurando le nostre preghiere per lui». Il Papa «lo ha ringraziato e ha detto che è una grande benedizione che stiamo pregando per lui, per le sue intenzioni e per tutta la Chiesa».