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Il Papa ai giornalisti in volo verso la Corsica: “Grazie del vostro servizio”



Dopo il decollo da Roma, Francesco ha salutato i circa 70 cronisti, cameraman e fotografi che lo accompagnano nel viaggio apostolico ad Ajaccio: “È un volo breve, ma volevo salutarvi e ringraziarvi per il vostro lavoro”. Numerosi i regali al Pontefice, tra cui la statua di un distrutto e sporco di fango proveniente da una parrocchia di Valencia devastata dalla tempesta Dana

Salvatore Cernuzio – Inviato ad Ajaccio

“Buongiorno e grazie per essere venuti!”. Meno di venti minuti dopo il decollo da Roma-Fiumicino, poco prima di atterrare ad Ajaccio, la capitale della Corsica meta del suo 47.mo viaggio apostolico, Papa Francesco ha voluto salutare personalmente i 67 giornalisti, cameraman, fotografi che lo accompagnano nelle circa dodici ore di trasferta nell’isola del Mediterraneo.

Il saluto ai “compagni di viaggio”

“Vi auguro un buon viaggio e grazie tante per il vostro servizio. Grazie tante…”, ha detto il Papa al microfono, affiancato da George Koovakad, cardinale dallo scorso 7 dicembre e organizzatore dei viaggi papali. “È un volo molto corto, molto breve – ha aggiunto Francesco – non possiamo fare il colloquio abitudinario ma io ho voluto venire a salutarvi e ringraziarvi del vostro lavoro. Grazie!”.

Doni al Papa

A motivo dei tempi e degli spazi ristretti del volo – circa un’ora e un quarto con un Airbus A320 Neo di Ita Airways – Papa Francesco non ha compiuto infatti il tradizionale giro tra le file di sedili. Quello che, in tutti i viaggi apostolici, ha rappresentato l’occasione per scambiare con i giornalisti saluti, battute, domande, richieste di preghiere e, soprattutto, per consegnare lettere, libri e regali. I doni sono stati comunque recapitati al Papa tramite il portavoce Matteo Bruni.

Un angelo da Valencia distrutto dalla tempesta Dana

Spicca, come sempre, tra i regali quello consegnato dalla corrispondente della emittente spagnola Radio Cope, Eva Fernández. Spicca per il forte simbolismo e per la provenienza da una zona dell’Europa che ha vissuto uno dei più devastanti drammi del 2024: Valencia.

Si tratta della statua distrutta e sporca di fango di un angelo, senza testa e senza ali, ma con le braccia intatte in gesto di adorazione. L’angelo – parte di una coppia (l’altro era così danneggiato da essere irriconoscibile) – proviene dal tabernacolo della parrocchia di Picanya, una di quelle maggiormente danneggiate dalla tempesta Dana che ha provocato più di 200 morti, numerosi feriti e dispersi e danni incalcolabili.

In memoria delle vittime, dei volontari e dei sacerdoti

Il vicario episcopale dell’area metropolitana di Valencia, Jesús Corbí, ha inviato insieme al dono una lettera in cui spiega al Pontefice che la scultura vuole essere “memoria di coloro che sono morti in questa alluvione, di tante famiglie che hanno perso tutto”, ma anche “segno di gratitudine per tutti i volontari che ci hanno aiutato” e per i sacerdoti “che hanno pianto e si sono coinvolti con la gente, pregando, pulendo, incoraggiando e seppellendo i propri cari”.

“La sofferenza e il lavoro della nostra gente sono un segno di preghiera affinché, camminando insieme, saremo pellegrini di speranza in questa situazione drammatica”, si legge nella missiva del vescovo che ringrazia pure per la visita di novembre del cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, a Valencia e nelle città limitrofe dove ha portato la vicinanza e la carità del Papa.

 

 



Dal sito Vatican News

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